Bologna. Finalmente assunti i precari storici della Fondazione Aldini Valeriani (nonostante i tentativi di CGIL di far saltare tutto)

In allegato il comunicato

Bologna -

La Fondazione Aldini Valeriani si definisce come “cuore tecnico di Bologna”, ed è di fatto un centro di formazione tra i più importanti dell’area metropolitana (dall’obbligo formativo ai progetti europei, dalla meccanica avanzata all’automazione industriale, dall’elettronica alla sicurezza sul lavoro).



Ebbene, in questo “centro di eccellenza” vi era una situazione di precarietà “eccellente” con l’utilizzo massicio e ripetuto di contratti atipici di collaborazione a progetto (cocopro) per il personale impiegato da anni in tutte le varie qualifiche e mansioni.



Situazione ancora più scandalosa per il fatto stesso che soci fondatori della Fondazione sono lo stesso Comune di Bologna, Unindustria e Camera di Commercio: ed è anche per questo che avevamo indicato alla nuova giunta Delbono che quella della Fondazione era una delle 4 emergenze da affrontare entro luglio.



Come sindacato di base RdB/CUB abbiamo iniziato questo intervento sindacale da tempo (2006) e in questi giorni a seguito dell’intervento dell’Ispettorato del lavoro, determinato da un nostro esposto, possiamo dire che si sta arrivando ad un ottimo risultato.



I lavoratori che hanno accettato di farsi rappresentare e tutelare dalla RdB, nelle conciliazioni monocratiche presso l’Ispettorato e che hanno condiviso il nostro percorso, saranno regolarmente assunti a tempo indeterminato con riconoscimento dell’anzianità di servizio maturata in tutti gli anni di precariato, sanando la pregressa situazione contributiva facendola rientrare nell’alveo del lavoro subordinato. Un primo risultato importante, specie in tempi in cui i primi ad essere licenziati sono appunto i lavoratori  cocopro.



Unica nota stonata di questa vicenda è il comportamento vergognoso della CGIL che dopo la totale indifferenza di questi anni rispetto alla situazione contrattuale dei lavoratori della Fondazione (per non scontrarsi con la giunta comunale), si è presentata all’Ispettorato del Lavoro tentando con protervia ed arroganza di contestare la procedura (peraltro prevista dalla legge) e di trasferire la “soluzione” di anni di precariato ad una fantomatica contrattazione aziendale, dalla quale sarebbe stata esclusa la RdB che rappresenta la maggioranza dei  lavoratori e nella quale si sarebbe cercato di inciuciare direttamente con l’Unindustria, così come la CGIL sta facendo in tutti i tavoli che riguardano la crisi e le ristrutturazioni aziendali.



Chiunque può verificare la quantità di contratti di “trasformazione” firmati dalla CGIL che fanno passare i contratti da cocopro a contratti a tempo determinato, apprendistato ecc ecc… belle stabilizzazioni!

Però in questa vicenda l’Ispettorato del lavoro di Bologna ha agito in maniera esemplare, corretta e rispettosa del diritto e della volontà dei lavoratori, senza cedere a pressioni, dato importante e da sottolineare considerando la scarsità di risorse in cui l’ufficio opera  e dopo i recenti fatti come l’arresto per corruzione del Direttore Provinciale dell'Ispettorato del Lavoro di Piacenza da cui dipendevano i controlli ispettivi.