Bologna. UNA TRAGEDIA CHE NON SI DEVE RIPETERE!

Bologna -

Un bambino di 20 giorni è morto in Piazza Maggiore per il freddo lo scorso 5 gennaio.

Esprimiamo tutta la nostra solidarietà alla famiglia che oltre all'indicibile  dolore per la perdita di un figlio, deve sopportare anche l'accusa di essere  responsabile  dell'accaduto che la Cancellieri le  ha scaricato addosso per non aver accettato l'aiuto offerto dai servizi sociali.

Di fronte a questi avvenimenti dell'immagine edulcorata del commissario prefettizio non ce ne frega un bel nulla e questa modalità di  auto assoluzione ci sembra disumana e, scusate, ci fa un po' schifo.

E' necessario affrontare la questione senza ipocrisie se si vuole evitare il ripetersi di drammi immensi come questo e  di quelli più "piccoli" che non riempiono le cronache dei quotidiani ma che hanno una cadenza giornaliera anche nella nostra città.

Perché una mamma rifiuta un aiuto, mettendo a repentaglio la vita  dei suoi bambini? La risposta  sta nella paura che le tolgano i figli.

In effetti  nell'intervento sociale si tende a tutelare il bambino, con un meccanismo di sottrazione ai genitori e non a tutelare il nucleo familiare come invece prevede la legge regionale.

In questa disgrazia le responsabilità vanno cercate altrove.

Ad esempio nello scempio che si è fatto dei servizi sociali in questi ultimi anni; in particolare con il decentramento ai quartieri che ha visto uno svuotamento di risorse economiche e di organici.

Gli attuali sportelli sociali territoriali rappresentano solo lo specchietto per le allodole incapace di dare una risposta di accoglimento per un'utenza sempre più bisognosa  e più numerosa a causa della crisi economica. Rappresentano un'aspettativa molte volte delusa dopo una lunga attesa. Manca un coordinamento reale  tra i quartieri per cui non c'è omogeneità di intervento e di offerta.

I tagli di bilancio, l'improvvisata e burocratica risposta che la Cancellieri da' con il documento sul bilancio 2011 che prevede di delegare la gestione dei servizi sociali al volontariato sarebbe il punto di non ritorno.

Se e' inaccettabile un welfare dei miserabili come quello del regolamento dei servizi sociali approvato dall'amministrazione il 28 dicembre scorso, è contro il passaggio al volontariato che bisognerebbe ribellarsi pena la morte del welfare cittadino. Serve  un ritorno alla centralizzazione dei servizi ed il ripristino di quelli cancellati dal decentramento come ad esempio il servizio pronto intervento minori che copriva tutto il territorio. Ora viene fatta la segnalazione  del caso e poi in base alla ipotetica residenza viene attribuito al Q.re  di competenza, viene preso in carico, valutata l'urgenza e solo dopo viene attivato un pronto intervento.

Serve un ripristino delle risorse economiche sottratte in questi anni e il potenziamento degli organici, altrimenti dovremo tornare tutti ad esprimere dolore e magari indignazione per una nuova tragedia annunciata.