CCIAA ROMA: inaccettabile censura!
La componente USB della RSU della CCIAA di Roma, ha ritenuto di non dover partecipare all'assemblea del personale, indetta per il giorno 27 novembre, dalle organizzazioni sindacali Cgil Cisl Uil della CCIAA di Roma, in quanto l'unico argomento all'ordine del giorno, oltre a quello della manifestazione del 28 novembre, è scaturito da un loro incontro “informale” del 26 u.s. con l'Amministrazione; incontro al quale i componenti della RSU, e quindi anche gli scriventi, non sono stati invitati a partecipare.
Prendiamo atto che a nulla è valsa la richiesta avanzata ai delegati RSU Cgil Cisl Uil, di rappresentare, attraverso i referenti delle loro organizzazioni destinatari dell'invito informale, l'esigenza della partecipazione della RSU e comunque di almeno una rappresentanza di tutte le sigle presenti all'interno della stessa, prendendo una posizione netta sulla questione.
A questo punto la domanda sorge spontanea, come si dice in questi casi: perché si è voluto escludere USB dal confronto? Che cosa si vuole nascondere? Forse si è voluto evitare che qualcuno facesse domande reali e concrete sugli effettivi piani dell'Amministrazione? Forse Cgil Cisl Uil condividono l’atteggiamento dell'Amministrazione e il modo in cui sta conducendo le vicende negoziali?
Come rappresentanti RSU eletti nella lista dell'USB abbiamo ritenuto inoltre, superfluo partecipare a un'assemblea puramente informativa, su un qualcosa riferito nei modi suddetti, che non ha trattato delle vere e concrete problematiche dell'Ente e che non ha proposto ai lavoratori una piattaforma da presentare all'Amministrazione.
Si fa un appello, affinché la RSU rivendichi i propri diritti, riaffermando quei sani rapporti sindacali, ormai scemati, con un'Amministrazione sempre più sorda.
E' necessario pretendere il rispetto degli accordi presi, non dimenticando quello di luglio firmato da Cgil Cisl Uil che prevedeva l'impegno da parte dell'Amministrazione ad aprire un tavolo sulla riorganizzazione delle Posizioni Organizzative. Tale impegno a distanza di oltre 16 settimane non è stato mantenuto.
E' ora di mettere sotto i riflettori un piano anticorruzione che di fatto, si concretizza con rotazioni discutibili di persone con mansioni e/o livelli non soggetti ad alto rischio di corruzione, un piano imposto e non condiviso con la RSU. Viene da chiedersi come mai alcune Organizzazioni sindacali non intraprendono in Camera di Commercio di Roma le stesse azioni portate avanti in altri Enti; forse non hanno ben compreso il malessere e i disagi arrecati ai lavoratori dalle rotazioni fino ad oggi imposte dall'Amministrazione?
E' del 5 giugno c.a. la sentenza del Tribunale del Lavoro di Roma, che ha dichiarato illegittimi alcuni spostamenti in merito alla rotazione dei vigili del Comune di Roma. Il portavoce dell'organizzazione che ha promosso il ricorso, a RomaToday, ha spiegato: "Per noi questo era una sorta di ricorso pilota, ci siamo mossi perché ritenevamo che ci fossero dei principi sbagliati in quel piano ed il giudice ha dato ragione alle nostre posizioni.” La sentenza stabilisce infatti una serie di principi che ora mettono il Campidoglio di fronte ad un bivio: andare avanti con le rotazioni, aprendo la strada ad una valanga di ricorsi oppure prendere atto di quanto stabilito dal giudice per riscrivere insieme il piano “Va detto”, continua il referente, “che il giudice ha condannato l'amministrazione anche al pagamento delle spese legali, provvedimento che arriva quando i motivi del ricorso sono totalmente a favore di chi l'ha presentato". Perché le stesse OO.SS. in CCIA fanno finta di niente? Hanno qualcosa da spartire con l'Amministrazione anziché fare gli interessi dei lavoratori?
Non dimentichiamoci che
”Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso!!!”