CENTRI PER L'IMPIEGO. Cgil-Cisl-Uil scoprono "l'uovo di Colombo", e… si agitano!.
Cgil-Cisl-Uil hanno scoperto, con evidente sgomento, che al 31 dicembre prossimo scadono le convenzioni con le Regioni per la gestione in "avvalimento" dei servizi per le politiche attive per il lavoro erogati dai Centri per l'Impiego.
Hanno scoperto che sono a rischio circa due mila lavoratori a tempo determinato e precari, dimenticando tra l'altro, i lavoratori degli appalti e quelli strutturali ai servizi.
Si meravigliano anche dello stato in cui versano le strutture, della mancanza di strumenti finanziari e tecnologici, nonché del conflitto di competenze e funzioni che si è determinato a livello istituzionale con la "controriforma" Delrio.
Affermano che servizi fondamentali per i cittadini "sono lasciati alla deriva delle istituzioni coinvolte". Un po’ come "cadere dal pero"!
Senza alcuna vergogna chiamano i lavoratori ad un presidio in giornata lavorativa, utilizzando magari le ore di permesso per assemblea, nascondendo ancora una volta la gravità del disegno che la politica intende
perseguire per questi servizi fondamentali, come per altri che sono stati travolti dalla "controriforma" delle Province scelta che, ricordiamo, la triplice ha accompagnato ed avallato.
Le solite "azioni di facciata" quindi, per governare il malcontento ed il dissenso, per poi essere pronti ai tavoli nazionali e territoriali a sottoscrivere accordi al ribasso e che peggiorano la condizione dei lavoratori e dei servizi ai territori.
Una grande responsabilità da parte di CGIL, CISL e UIL che hanno "aperto le porte" ai processi di esternalizzazione, privatizzazione e cessione dei beni comuni con la "controriforma" delle Province e che intende ora trovare, nella deriva proposta con il SI alla modifica della nostra Carta Costituzionale, il suo
naturale e drammatico epilogo.
E' per questi ed anche per altri motivi che investono e travolgono il mondo del lavoro e lo stato sociale nel nostro Paese, che l'USB solo pochi giorni fa è andata in sciopero generale, con decine di cortei ed una grande manifestazione nazionale a Roma, sabato 22, per dire NO anche alla "controriforma" Costituzionale.
E’ giusto ricordare che fin dall'approvazione della legge Delrio, l’USB è stato l’unico sindacato ad opporsi, a denunciare la confusione e contraddizione che si sarebbe determinata per il nostro quadro istituzionale nei territori, per la gestione di importanti servizi tra i quali i Centri per l’Impiego, con danno diretto per gli utenti e gli stessi lavoratori.
Siamo stati facili profeti, purtroppo.
Sullo sfondo dell’ormai acclarato fallimento del Jobs Act, si è voluto strutturare un sistema che, giorno dopo giorno, punta a smantellare il servizio pubblico per lasciare spazio agli interessi dei privati.
Oggi la situazione dei Cpi, già da anni sacrificati sull’altare di questa deriva liberista dai governi di qualsiasi colore, è sempre più preoccupante. Contorsioni, giochi delle parti e rimpalli di responsabilità fra Regioni,
Città Metropolitane e Province, hanno reso pesante la condizione di questi servizi.
I lavoratori sono sempre più abbandonati a loro stessi, privati di una cabina di regia che assicuri le necessarie linee ed i mezzi organizzativi, lasciati soli nel gestire un’utenza problematica, che soffre l’assenza o la perdita del posto di lavoro, in condizioni sempre più difficili e stressanti, con disagi e ritmi spesso
insopportabili.
Una gestione dei servizi che ormai è sfuggita all’ordinario e che si caratterizza per la condizione straordinaria ed emergenziale, anche per le politiche proposte ai servizi dal governo centrale, spesso fatte di
convocazioni obbligatorie, di sezionamenti che determinano presso gli uffici la presenza di enormi masse di senza lavoro, percettori e non di ammortizzatori sociali, nonché degli utenti del famigerato, quanto
fallimentare, programma “Garanzia Giovani”.
Tutto questo, in una storica situazione di sotto organico, generata dalle miopi politiche che negli anni hanno depotenziato i Cpi, servizi per i quali la presenza di tutti i precari deve ritenersi necessità strutturale ed
essenziale al mantenimento dei livelli minimi delle prestazioni.
L’USB si opporrà alle politiche di smantellamento e privatizzazione di questi importanti servizi e per la reinternalizzazione di tutti gli appalti.
E’ necessario che i Centri per l’Impiego vengano posti nella migliore condizione di operare, di fornire le giuste e qualificate risposte all’utenza, con la piena valorizzazione delle professionalità dei lavoratori, nella
migliore condizione possibile, organizzativa e strutturale.
I lavoratori in appalto, quelli a tempo determinato e precari che oggi vengono dequalificati e sistematicamente chiamati a supportare i Centri, devono trovare il loro giusto riconoscimento professionale e stabilizzazione del proprio futuro lavorativo.
L’USB è perfettamente consapevole che il futuro dei Centri per l’Impiego e di tutti i lavoratori in essi impiegati, non può che passare dalla cancellazione di tutti quegli interventi previsti nel Job Act e che aprono la strada alla “svendita” delle politiche attive per il lavoro alle agenzie private.
Una legge scellerata, avallata se non sostenuta da CGIL, CISL e UIL che ora chiamano i lavoratori, in modo tardivo, allo stato di agitazione.
Nelle prossime settimane USB-PI intensificherà ulteriormente la propria iniziativa politico-sindacale.
Dopo lo sciopero generale e la grande manifestazione di Roma, saremo impegnati pancia a terra nella campagna per il No al referendum Costituzionale.
Solo con la vittoria del NO si costruirà un blocco sociale e politico utile ad ostacolare i progetti di “controriforma” istituzionale, di demolizione definitiva dello stato sociale, della svendita del bene comune ai
privati, contro le politiche di austerità volute dall'UE, che tanti danni hanno prodotto per le classi sociali più deboli e svantaggiate del nostro Paese.
Facciamo vincere il No, mandiamo a casa il governo Renzi, anche per difendere quel che resta del servizio pubblico.
USB
L’UNICO SINDACATO UTILE “DEI” E “PER” I LAVORATORI
USB-PI Enti locali