Centri per l'Impiego della provincia di Roma. MA COSI', A COSA SERVONO?

Roma -

Immaginate un funzionario del Comune di Roma, con P.O. ( posizione organizzativa ), che decidesse autonomamente di aprire gli uffici anagrafici dei Municipi  solo un pomeriggio a settimana, obbligando i cittadini a svolgere le proprie pratiche nell’unico giorno loro concesso. Persino il Sindaco Veltroni cesserebbe, per un giorno, di essere buono.

 

 

Questo, però, può accadere nei Centri per l’impiego della Provincia di Roma

 


A sorpresa,con una nota del 23 Aprile, il Coordinamento dei Centri per l’impiego ( non il Dirigente del Servizio ), comunicava la chiusura pomeridiana ( indefinita ) il giovedì pomeriggio a partire dal 24 Maggio, adducendo motivazioni pretestuose. La filiera dirigenziale, immaginiamo, consenziente ( ! ). L’intervento della RSU ( da noi sollecitato ), ha ristabilito un minimo di decenza e relazioni sindacali, valutato l’impatto inerente l’organizzazione del lavoro dei dipendenti. Con successiva nota del 24 Aprile, il dirigente del Servizio annullava la precedente, in attesa di incontro con la RSU.

 


Non vogliamo entrare nel contenuto della grossolana decisione, che riteniamo comunque grave nel metodo e nel merito, a questo penseranno i successivi incontri sindacali. Ribadiamo, però, che penalizzare l’utenza e  i lavoratori per lo stato disastroso in cui versano i Centri per l’impiego, sia la conferma di un’ulteriore incapacità a trovare soluzioni appropriate ( e sono che anni lo reiteriamo).

 


La realtà è ben diversa da quella che mediaticamente si vuole trasfondere: scarsità di personale ( con buona pace dei proff. Ichino e Boeri, che vorrebbero  i collocatori trasferiti ai servizi ispettivi del lavoro- vedi art. su La voce del 16 u.s.”ipocrisie bianche” ), sempre più oberato di lavoro ed utilizzato per “progetti” ( accessibili solo a pochi “virtuosi” ) di cui mai è dato conoscere né il corso d’opera, né l’esito. Beni strumentali obsoleti, fatiscenti e ridotti all’osso, con interventi di manutenzione ed assistenza, che prevedono tempi biblici.

Banche dati inattendibili ed inaffidabili.

Qualità delle domande di lavoro sempre più precarizzanti ( in questi quattro mesi siamo già a circa 1.400 domande di contratti a progetto, contro circa 350 a tempo indeterminato ).

Un ente “strumentale”, Capitale lavoro spa, che sembra aver risolto solo gli aspetti clientelari del suo esistere e dove la futura stabilizzazione dei suoi precari, passa per accordi sindacali, che prevedono la rinuncia ad eventuali rivalse.

La mediocre formazione del personale, realizzata con Corsi ereditati e di scarto, mai mirata ad una effettiva riqualificazione per le pompose << nuove sfide della riforma del mercato del lavoro >>.

Intanto da Gennaio non si effettuano più segnalazioni all’Ispettorato del lavoro ( capito proff. Ichino e Boeri? ), proprio in tempi in cui si discute di precarietà, lavoro nero e di morti di lavoro ( le ipocrisie bianche ).

Ma prima non è che andava meglio, imperando l’incompetenza, il pressappochismo ed il menefreghismo di chi avrebbe dovuto ottemperare a precisi compiti d’istituto.

E chi deve far fronte ai disservizi dovuti ( e non adeguatamente disciplinati ) alle nuove disposizioni contenute in Finanziaria, inerenti il mercato del lavoro? I capri espiatori, i“fannulloni”, che si vorrebbero facilmente licenziare, ma che  sempre  e comunque stanno lì ad eseguire direttive volute da un potere politico/dirigenziale non sempre in grado di adempiere alle loro esigenze e a quelle dei cittadini, senza, però, rinunciare ad operazioni di marketing, che costano più della “merce” pubblicizzata.


Oggi, si cerca di risolvere tutti questi ( ed altri ) mali chiudendo gli uffici, penalizzando i cittadini, obbligati ad orari più scomodi. Ma chi fa queste scelte, cosa penserebbe al loro posto? I pubblici servizi, fino a che esisteranno ) sono un nostro diritto, che va esteso, non ridotto.

Ed a riprova vogliamo ricordare, come la chiusura pomeridiana del Centro di Dragoncello, ricada sull’utenza costretta ad andare a Roma- Cinecittà, oberando ulteriormente  operatori, già penalizzati dalla mediocre qualità del lavoro.

 

Si afferma: << stiamo rinnovando…stiamo lavorando per voi…>>.Il vecchio Principe De Curtis ( in arte Totò ) avrebbe detto: << …ma mi faccia il piacere…! >>.