Consorzio Bibliotecario Castelli Romani. Biblio+ per gli utenti = salario- per i dipendenti
In allegato il volantino
L'Unione Sindacale di Base P.I., in segno di protesta, ha deciso di non partecipare all'ultimo tavolo di trattative presso il Consorzio SBCR, in quanto la parte pubblica non intende recepire le richieste che abbiamo avanzato, né vuole rispettare la volontà dell'assemblea dei lavoratori rappresentata dalla RSU.
Non è possibile trovare un accordo per la ripartizione del salario accessorio se l'amministrazione si ostina a giudicare quale unico criterio, per chi svolge il servizio dei prestiti librari, la sottoscrizione delle tessere a pagamento “Biblio+” che consentono l'accesso a una serie di servizi aggiuntivi, in alcuni casi in convenzione con privati e/o altre realtà culturali.
La tessera non è affatto una novità, in quanto fino allo scorso anno veniva erogata al costo di 5€, mentre quest'anno raddoppia a 10€. In un periodo in cui la crisi sistemica del mondo del capitale e della finanza, con l'avallo dei nostri governanti, miete le sue vittime con una disoccupazione giovanile elevatissima, impoverendo sempre di più studenti, lavoratori e pensionati, tagliando risorse e servizi alle amministrazioni e ai cittadini, non è accettabile scaricare i costi sull'utenza, trasformando il lavoro dei bibliotecari in quello di venditori di servizi pubblici.
Inoltre le risorse aggiuntive eventualmente reperite mediante la vendita della carta in questione, non sono state quantificate all'interno del fondo, contribuendo così un impoverimento del salario dei dipendenti.
Oltre alle questioni di principio appena enunciate, contestiamo anche il metodo che si vuole adottare per la ripartizione del salario accessorio. La produttività verrebbe erogata in funzione del numero di “Biblio+” emesse, considerando che per essere produttivi al 100%, secondo la proposta avanzata dal Consorzio, è necessario eguagliare il numero di tessere emesse lo scorso anno.
Per promuovere questo tipo di politica, è in programma un grosso evento a ottobre, che consentirebbe un lavoro che andrebbe eventualmente pesato per 3 mesi su 12. Ammesso pure che ci sia un numero ragionevole di utenti che possa acquistare la tessera al costo di 10€, ricordando che in base all'art. 53 della costituzione “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”, riteniamo che le eventuali risorse aggiuntive debbano essere quantificate nel fondo per l'erogazione del salario accessorio.
Dissentiamo inoltre sul fatto che la produttività debba essere vincolata a tale risultato, in quanto ci sembra paradossale che se un dipendente ad esempio raddoppi le iscrizioni gratuite e dimezzi quelle a pagamento, di certo non per causa sua, ma per la sempre minore disponibilità economica dell'utenza, debba vedersi dimezzato il proprio salario accessorio nonostante abbia incrementato la produttività individuale.
Siamo alle solite, aumento dei costi dei servizi per i cittadini e taglio di risorse per i dipendenti, non è questa la strada da seguire.