DEVOLUZIONE D'OTTOBRE! Sciopero il 17 ottobre!

In allegato il volantino enti locali e il volantone pubblico impiego per lo sciopero del 17 ottobre

Nazionale -

Bisogna tornare indietro di qualche anno e riesumare un po’ di storia patria per capire come si è arrivati a questo punto. La cessione di funzioni dello Stato verso le Regioni  – come previsto dalla Costituzione – ha avuto bisogno di ben 25 anni di tempo per essere digerita e altrettanti ne sono occorsi per correggere le storture più evidenti del nostro sistema amministrativo.


Poi nel 2001 una revisione costituzionale adottata a colpi di maggioranza ha voluto ridisegnare completamente l’assetto delle autonomie locali, distruggendo alcuni fondamentali diritti.


Da allora è stato un susseguirsi di scontri tra regioni ricche e regioni povere, tra stato e regioni sulla confusione generata dalla cosiddetta “legislazione concorrente”, e di progressivo smantellamento di quel sistema di protezione sociale e di tutela delle fasce più deboli in nome di una sussidiarietà completamente rovesciata: in primis devi farcela da te, se non sei in grado interviene il Comune e poi ­–  via, via – la Provincia, la Regione, lo Stato.


Oggi si avvia una nuova stagione che vorrebbe disegnare un federalismo basato su una concezione ancora più spinta in direzione di un modello antisociale “fai da te”.


Lo Stato attribuirà alle Regioni soldi, ma solo per finanziare un livello “standard” di attività oltre cui non si potrà andare, a meno di trovare risorse
alternative (nuove tasse).


Questa distribuzione di soldi e di potere vede i lavoratori pubblici schiacciati tra i proclami di Brunetta (e anche più di qualche amministratore locale) e i cittadini orientati verso il “nemico pubblico” per l’evidente ragione di affidare attività al settore privato, si tratti di sanità, di scuole e di nidi, di funzioni amministrative, ma anche di attività legate alla sicurezza (vigili urbani privati è la nuova frontiera).


In questo contesto affonda la scure di quel memorandum dello scorso anno e del nuovo modello contrattuale che sancisce la “territorialità” dei contratti di lavoro e che cgil, cisl e uil si apprestano a sottoscrivere definitivamente (le nuove gabbie salariali).


Per tutto questo, per ribellarsi a questo sistema omogeneizzato a tutti i livelli in nome del dio mercato e degli affari di pochi occorre scioperare e manifestare per rappresentare l’interesse di molti: cittadini e lavoratori.


Dobbiamo respingere con fermezza questo attacco e ricordare che le cosiddette riforme che vorrebbero farci accettare (la devoluzione alle regioni, la soppressione delle province, la omologazione delle organizzazioni sindacali alle esigenze della politica, etc.) non nascono a caso, ma sono contenute nel “Piano di rinascita democratica” della loggia massonica P2.

 

CONTRO OGNI FEDERALISMO

PER UNO STATO SOCIALE SOLIDALE

I LAVORATORI E LE LAVORATRICI DEGLI ENTI LOCALI

SCIOPERANO IL 17 OTTOBRE

MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA
PIAZZA DELLA REPUBBLICA – ORE 9,30

 

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