Dimezzare i tempi di procedimento. Strangolare i dipendenti per fare un favore alle imprese.
Dimezzare i tempi di procedimento. Strangolare i dipendenti per fare un favore alle imprese.
Il ministro della Funzione pubblica Brunetta si sta preparando a mettere l’ennesimo cappio al collo ai dipendenti pubblici.
Il ministro ha annunciato il suo progetto in un’intervista al Sole 24 Ore del 18 febbraio sorso.
Questa volta intende farlo con la misura che prevede il dimezzamento dei tempi delle procedure fissati nel 1990 dalla legge 241 (la legge sul procedimento amministrativo), il rilancio della valutazione con l’anagrafe digitale e il fascicolo personale di ogni dipendente pubblico.
La legge 241/1990 definisce i tempi di conclusione di un procedimento ed è già stata più volte rimaneggiata nel corso degli ultimi due anni dai “decreti semplificazione”, per rendere più stringenti il rispetto dei tempi. La legge 241/1990 riguarda il lavoro di una grandissima parte dei tre milioni e mezzo di dipendenti pubblici.
L’operazione è del tutto analoga a quella che ha riguardato le VIA (Valutazioni di Impatto Ambientale) l’estate scorsa.
In altre parole, Brunetta lancia un messaggio forte e chiaro: lavorare più velocemente. Il doppio più velocemente. Ancora una volta, la narrazione è che i dipendenti pubblici non lavorano abbastanza.
Al dimezzamento dei tempi procedimentali infatti, non solo non corrisponde un raddoppio delle assunzioni (i 100.000 annunciati sono ampiamente insufficienti), ma è previsto un rafforzamento dell’apparato “meritocratico” (valutazioni) che offende e umilia i dipendenti pubblici.
Anche se Brunetta fa ricadere la responsabilità diretta dei procedimenti sui dirigenti, la conseguenza del dimezzamento dei tempi avrà un impatto enorme sui carichi di lavoro dei dipendenti, i quali saranno inoltre strettamente monitorati. Con l’individuazione del “responsabile dei procedimento”, la pressione e la responsabilità è infatti trasferita ai dipendenti, che corrono anche dei rischi sul piano penale.
L’operazione di Brunetta si intreccia con l’iniziativa di una consultazione pubblica, «Facciamo semplice l’Italia. Le tue idee per una PA amica», che dovrebbe servire ad individuare 600 iter amministrativi da semplificare, chiamando a partecipare cittadini, imprese, professionisti, dipendenti pubblici e amministrazioni.
Comunque, a scanso di equivoci, la misura di dimezzare i tempi del procedimento è stata già proposta dal ministro al governo, nel pacchetto di misure da inserire nel PNRR.
E’ incredibile l’evidenza del favore che il ministro fa alle imprese.
Nel sito ministeriale c’è chiaramente scritto “Via le autorizzazioni non necessarie, e via le duplicazioni, gli appesantimenti, le vessazioni. Anche dei controlli alle attività produttive. Più silenzio assenso, più Scia (“segnalazione certificata di inizio attività”, una forma di autocertificazione n.d.r.) e, ovunque si potrà, largo alle semplici comunicazioni.”
Controlli ridotti quasi a zero, insomma.
Non sorprende, se andiamo a vedere chi sono i partner del progetto «Facciamo semplice l’Italia. Le tue idee per una PA amica»: Università Luiss Guido Carli e con il Gruppo Il Sole 24 Ore, due soggetti in mano a Confindustria.
Brunetta afferma nell’intervista “Semplificare vuol dire garantire trasparenza e misurare la soddisfazione di cittadini e imprese. Perché il mercato ha come determinante i prezzi e l’equilibrio tra domanda e offerta” e con questo Brunetta offre “la possibilità di uscire dal sistema pubblico, se non funziona”. Più chiaro di così!
Ecco quindi la Pubblica Amministrazione ridisegnata da Confindustria, sulla pelle di lavoratori e lavoratrici.
Ma la Pubblica Amministrazione per cui combatte USB non è, al contrario di come afferma il ministro, un pacco di Amazon da tracciare e il servizio da valutare con le stellette.
La verità è che nel pacchetto di misure di Brunetta non c’è alcun reale investimento nel settore pubblico e nessuna prospettiva di miglioramento. Come potrebbe essere altrimenti, con questi presupposti?
06/03/2022 USB - PI Liguria