Enti Locali. Progressioni interne ancora legittime nonostante Brunetta
In allegato la Deliberazione 375/2010 della Corte dei Conti Lombardia
I lavoratori degli enti locali sanno delle difficoltà a far fronte alle esigenze di vita con gli stipendi attuali, bloccati da anni, con aumenti ridicoli, falcidiati dall'euro e dalla crisi, con ingenti somme scippate ai salari come "fondo di produttività" ed elargite a discrezione degli amministratori e dirigenti di turno.
In quel ginepraio che è l'attuale ordinamento professionale (categorie + progressioni economiche) che in nome della semplificazione ha moltiplicato le posizioni e creato labirinti e vicoli ciechi, in qualche modo, laddove i lavoratori ne rivendicassero l'attuazione, si riusciva, con le progressioni, a recuperare qualcosa.
Da quando è apparso Brunetta con il suo Decreto, le Amministrazioni lo hanno usato per negare anche queste progressioni; troppo spesso ci sentiamo dire che non è possibile effettuare le progressioni verticali oppure orizzontali perché c'è il decreto Brunetta.
Noi abbiamo continuato a sostenere che il decreto Brunetta -oltre al fatto che non ci piace e che è un peggioramento delle condizioni di tutti i lavoratori pubblici- non è direttamente applicabile alle Regioni e agli Enti Locali se prima non viene recepito dai contratti (entro il 31/12/2010 come da art. 31 c. 4 del D.Lgs. 150/2009).
Ma, si sa, RdB fa solo "casino", illude i lavoratori, dice menzogne; purtroppo per i nostri nemici, oltre a dirlo noi, oggi lo dice pure la Corte dei Conti della Lombardia con la Delibera 375 del 18 aprile 2010 che trovate allegata.
Auspichiamo che in tutti gli enti locali riprenda vigore la lotta per le progressioni interne e che i lavoratori non si facciano incantare dalle amministrazioni e dalle sirene confederali e concertative.