ENTI LOCALI. TUTTA L’INUTILITA' DELLE NORME SULLA PEREQUAZIONE DEI SALARI, MENTRE E I TAGLI AUMENTANO NELL’ECONOMIA DI GUERRA.
ENTI LOCALI. TUTTA L’INUTILITA' DELLE NORME SULLA PEREQUAZIONE DEI SALARI, MENTRE E I TAGLI AUMENTANO NELL’ECONOMIA DI GUERRA.
Come nelle più gravi ristrutturazioni aziendali del passato (FIAT, ILVA, Alitalia …), gli Enti Locali ormai da decenni subiscono tagli di risorse e tagli di personale, oltre che privatizzazioni e esternalizzazioni.
I servizi vengono svuotati e poi privatizzati, con appalti al massimo ribasso e paghe orarie da 5 euro, oppure dismessi definitivamente.
È la distruzione dello stato sociale.
Dopo le nostre denunce di mesi fa, sulla necessità di un intervento statale, sono sorte timide proteste anche da ANCI e UPI.
Comuni, Province, Città Metropolitane (le Regioni meritano un discorso) non hanno più risorse nemmeno per i servizi essenziali. Proprio in questi giorni è arrivata la denuncia dell’ANCI sulla mancanza di risorse per il sostegno ai disabili, o per la sicurezza delle stradale, come denuncia l’UPI, che propone una riforma strutturale e profonda di Province e Città Metropolitane.
La profonda disparità di trattamento per i lavoratori con differenze salariali enormi (anche 500 euro al mese) a parità di lavoro, e per gli utenti che ricevono i servizi in modo molto diverso nei quasi 9.000 enti del nostro Paese, fanno il resto.
Le recenti norme volte ad “armonizzare il trattamento accessorio del personale dipendente, le regioni, le città metropolitane, le province e i comuni” non risultano applicabili nella maggioranza dei casi perché comunque dipendono dalla disponibilità dei Comuni. Tali misure vanno ad incidere negativamente sulla capacità assunzionale degli enti. Seguirà un nostro approfondimento specifico su questo tema.
Per la perequazione l’Unione Sindacale di Base aveva richiesto infatti risorse aggiuntive da parte del governo, non giochi di prestigio.
I Comuni turistici possono contare su più risorse derivanti dalla riscossione dell’IMU e dalla tassa di soggiorno. La conseguenza è la “turistificazione” di tutti i territori laddove possibile, con l’incentivazione del fenomeno dell’overtourism e l’impossibilità per i residenti di trovare alloggi. Molti lavoratori sono obbligati a migrare nei comuni confinanti, ed ad allungare i tempi di spostamento.
I Comuni la cui economia è basata sull’industria (quei pochi sopravvissuti alla deindustrializzazione), al contrario, la maggior parte dell’IMU derivante dalle fabbriche sui propri territori viene versata allo Stato e non concorre alla formazione delle entrate correnti degli Enti.
Inoltre, la militarizzazione dei territori conseguente all’economia di guerra e alla subordinazione cieca alla NATO che ha chiesto di portare al 5% le spese militari, determina un altro fenomeno: la costruzione di opere “dual use”, e quindi la militarizzazione dei territori, ovunque sia strategicamente rilevante. Esempi sono la nuova diga foranea di Genova, il ponte sullo stretto di Messina, ecc...
I Comuni medio piccoli, senza risorse turistiche o interessi industriali/imprenditoriali, oppure di nessun interesse strategico dal punto di vista militare, si svuotano e vengono progressivamente abbandonati. Una lenta agonia a cui nessuno ad oggi si sta opponendo. Anzi la tendenza del governo è quella di pianificare lo spopolamento delle “aree interne”.
Proviene un assordante silenzio da UIL e CISL e qualche timida protesta da CGIL, già in campagna elettorale in previsione delle elezioni politiche del 2027.
Occorre una rapida inversione di tendenza, la prossima legge di bilancio deve contenere risorse aggiuntive per gli Enti Locali.
I soldi ci sarebbero, come dimostrato del continuo aumento delle spese militari.
L’autunno dovrà portare conflitto il più largo/unitario possibile per riappropriarsi di territori, da sottrarre alla militarizzazione, dei servizi, dei salari.
USB P.I. Funzioni Locali Roma 17-7-2025