Firenze. Collegato lavoro: cosa cambia per i dipendenti degli enti locali
In allegato il volantino
Come i colleghi più informati sapranno il 19 ottobre 2010 il Parlamento ha approvato in via definitiva il cosiddetto “ Collegato lavoro”. Dopo un iter parlamentare durato due anni , nel silenzio più assoluto dei mezzi di comunicazione, senza opposizione alcuna in Parlamento e con il consenso di CISL e UIL, una delle più infauste Leggi è stata approvata. Una legge che distrugge il diritto del lavoro e i diritti dei lavoratori, riportando di colpo il mondo del lavoro indietro di oltre cinquanta anni.
Dall’insieme delle norme contenute nel “Collegato” e che riguardano la totalità dei lavoratori pubblici e privati, ce ne sono alcune che riguardano direttamente il nostro rapporto di lavoro, andando ulteriormente a peggiorare quanto già contenuto dalla cosiddetta riforma Brunetta, oggi ne affronteremo due in particolare, il rapporto di lavoro part time e le varie tipologie di congedi a partire dai permessi per assistere i familiari disabili.
PART TIME Entro 180 giorni dall’entrata in vigore del “Collegato” l’Amministrazione potrà sottoporre a revisione tutti i contratti di lavoro part time stipulati prima del 2008 cioè prima dell’entrata in vigore del DL 112. In questo contesto l’Amministrazione potrà revocare i contratti stessi, nel caso ritenesse che i medesimi creano ostacoli “all’efficienza organizzativa degli uffici”. Quindi totale discrezione da parte dell’Amministrazione.
PERMESSI E CONGEDI (Art.23 e 24) Entro sei mesi dall’entrata in vigore del “Collegato” il Governo provvederà al riordino della normativa in materia di congedi, aspettative e permessi a partire da quelli relativi alla legge 104, che subiranno una immediata stretta, con le nuove regole il diritto di assentarsi dal lavoro è riconosciuto a un solo familiare alla volta ed è circoscritto solo ai parenti e affini entro il secondo grado.
Insomma, mentre su giornali e televisioni la politica discute di giustizia, di ville e di veline, viene portato un altro attacco alle condizioni del lavoro dipendente,in una fase peraltro in cui è in corso l’ulteriore smantellamento dello stato sociale e dei servizi.
Qualcosa possiamo però ancora fare, prima uscendo dall’apatia e dalla rassegnazione, poi incominciando a restituire le tessere a quei sindacati (se ancora si possono chiamare tali) che sono diventati veri e propri zerbini di Governo e Confindustria.