FUNZIONI LOCALI: IL PROBLEMA NON È COME RIPARTIRE I TAGLI, IL PROBLEMA SONO I TAGLI
FUNZIONI LOCALI: IL PROBLEMA NON È COME RIPARTIRE I TAGLI, IL PROBLEMA SONO I TAGLI
E alla fine i nodi vengono al pettine!
Avevamo scritto e lanciato il grido da allarme già all'indomani della legge di bilancio 2024 nella quale venivano quantificati i tagli /spending review che gli enti locali: 1,55 miliardi di euro nel quinquennio 2024/2028. Ovviamente anche i governi precedenti non ci sono andati per il sottile: hanno notevolmente sforbiciato anche loro.
Rimaneva da ripartire i tagli.
In questi giorni la bozza del decreto attuativo del MEF entra nel merito e prevede che i tagli siano ripartiti al 50% sulle spese correnti e il restante 50% in proporzione ai fondi PNRR erogati.
Quindi per i comuni che hanno utilizzato le risorse PNRR i tagli saranno maggiori.
Doveva essere chiaro per tutti che le risorse del PNRR , potevano, nei fatti, essere utilizzati solo dai comuni grandi, quelli considerati “virtuosi”, che erano in grado di gestire i fondi ed avviare i cantieri nei tempi previsti.
Ovviamente ora tutti sembrano aver dimenticato che le risorse PNRR sono una tantum, condizionate e non strutturali e che se un comune con quelle risorse ha costruito nidi o altre infrastrutture poi i soldi per la gestione, a partire dal personale, è in capo agli enti.
All'indomani della legge finanziaria, quando era già quantificato l'ammontare generale dei tagli agli enti locali, non abbiamo sentito nessuna voce alzarsi per denunciare che gli enti locali non riescono più a reggere tagli .
Ora leggiamo che Giorgetti, ministro dell'Economia, di fronte alle rimostranze dei comuni “virtuosi” sia di centro destra che di centro sinistra e in piena campagna elettorale, si è detto disponibile a rivedere la ripartizione dei tagli, ma non i tagli in sé (già scritti e votati nella legge di Bilancio 2024).
Quindi i 250 milioni all'anno di tagli ci saranno, ma diversamente ripartiti.
Si rischia di avere strutture costruite con i soldi del PNRR , ma non avere i soldi per la gestione e per assumere personale, insomma quello che si prevede è un altro definitivo ciclo di esternalizzazioni di servizi a favore dei privati e il conseguente aumento delle tariffe, o il non utilizzo delle infrastrutture costruite. Ma questo era facilmente prevedibile.
Intanto in autunno entra in vigore il Nuovo Patto di Stabilità che definirà il piano strutturale di rientro dal debito pubblico che vuol dire ulteriori pesantissimi tagli di spesa pubblica che avranno effetti sicuramente anche sugli enti locali.
Come USB non vogliamo entrare nella guerra di tutti contro tutti e che i tagli vanno bene purché siano gli altri a pagare il conto. Diciamo chiaramente che problema non è la ripartizione dei tagli, ma i tagli in sé.
Mentre è definitiva la direttiva del comitato di settore per l'avvio all'ARAN della contrattazione per il rinnovo del CCLN funzioni locali 2022/2024 con risorse assolutamente non sufficienti anche solo per recuperare l'inflazione del triennio (5,5% di aumenti a regime a fronte di un'inflazione nel triennio del 18%) e le uniche trovate geniali sono state quella di incrementare il fondo per lo straordinario (se volete qualche spicciolo in più dovete lavorare più ore!) e di prevedere che una parte sempre più consistente dei futuri aumenti vadano non in paga base, ma nella parte variabile, quindi non per tutti e non per sempre.
Inoltre vengono privilegiate le alte qualifiche portando a 22.000 € il tetto dell'indennità di posizione.
Insomma è facile prevedere che sarà un contratto bidone, che non risponderà alle sacrosante istanze e richieste del personale di avere stipendi adeguati, partendo dal recupero di tutta l'inflazione che ha eroso in questi anni gli stipendi e di avviare piani assunzionali che vadano a coprire le carenze d'organico strutturali (meno 63.000 unità dalla tornata contrattuale 2016/2018).
A fronte di questa già grave situazione e mentre si prevede una manovra correttiva alla legge di bilancio in autunno si trovano le risorse per le spese militari, + 12,5% di aumento di tali spese nel biennio 2023 2024, non viene messa in campo nessuna vera lotta all'evasione fiscale, non si tassano gli extraprofitti di banche e imprese energetiche.
L'USB non ci sta a questa ennesima rapina a danno delle lavoratrici e dei lavoratori, e vi si oppone con forza, con i contenuti della la propria piattaforma rivendicativa per le Funzioni Locali.
USB P.I. Funzioni Locali 29-5-2024