Funzioni Locali: non ci bastano le briciole, vogliamo vera perequazione salariale
Funzioni Locali: non ci bastano le briciole, vogliamo vera perequazione salariale
Il Ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha dichiarato nei giorni scorsi l’intenzione di chiedere al Ministero dell’Economia di inserire, nella prossima Legge di Bilancio, uno stanziamento tra i 100 e i 150 milioni di euro nel cosiddetto “fondo di perequazione”.
Sin da subito appare evidente che si tratti dell’ennesimo tentativo del Governo di intervenire a posteriori sul Decreto Legge PA 25/2025, che non ha risolto il problema strutturale dei livelli salariali delle Funzioni Locali.
Come abbiamo più volte denunciato, il DL PA – che prevede la possibilità per gli enti locali di superare il tetto del salario accessorio – non rappresenta in alcun modo una soluzione reale al divario salariale che separa le lavoratrici e i lavoratori degli enti locali da quelli di altri comparti della Pubblica Amministrazione. Un divario più volte evidenziato da USB, che sta causando un vero e proprio esodo verso settori più retributivi e con maggiori opportunità di crescita professionale.
Infatti, ricordiamo che la procedura prevista dal decreto potrà essere applicata solo da quegli enti “virtuosi”, con bilanci in ordine, mentre è ormai evidente la profonda crisi finanziaria che investe un numero crescente di Comuni. Crisi che si manifesta con situazioni di predissesto e dissesto, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno e nelle Isole.
I famigerati milioni promessi dal Ministro – sempre che trovino davvero posto nella prossima Legge di Bilancio, sottoposta ai rigidi vincoli del pareggio di bilancio e del famigerato 3% deficit/PIL – sarebbero destinati a dare un "aiutino" agli enti locali in maggiore difficoltà. Ma, nella realtà dei fatti, rischiano di tradursi in pochi spiccioli, appena qualche decina di euro al mese, senza nessun impatto significativo sul potere d'acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori.
Caro Ministro Zangrillo, la perequazione che chiedono i dipendenti degli enti locali è ben altra cosa:
Vogliamo risorse aggiuntive e strutturali, capaci di colmare davvero il gap retributivo con gli altri comparti della PA. Vogliamo aumenti salariali concreti, da almeno 500 euro al mese.
Queste risorse, da una parte, devono integrare quelle già insufficienti stanziate dal Governo per il rinnovo del contratto 2022/2024 (ancora non firmato) e per quello del triennio 2025/2027. Risorse che – come abbiamo sempre denunciato – coprono appena il 6% dell’inflazione registrata, a fronte di un aumento reale dei prezzi del 16% nello stesso periodo.
Anche la proposta, sempre del Ministro, di anticipare sul contratto 2022/2024 parte delle risorse stanziate per il contratto 2025/2027 è il solito gioco delle tre carte: le risorse sono sempre le stesse.
USB è chiara anche su dove vadano trovate queste risorse per aumenti dignitosi:
Devono arrivare dalle spese militari, che il Governo – in piena economia di guerra – si prepara a raddoppiare, spingendo il nostro Paese nella folle corsa al riarmo e verso un'escalation bellica globale. Una deriva contro la quale lavoratrici e lavoratori si sono già espressi con forza, non da ultimo attraverso il grande sciopero generale del 22 settembre scorso.
Basta briciole: vogliamo salari giusti, dignità e investimenti strutturali nel lavoro pubblico locale!
USB P.I. Funzioni Locali 29-9-2025