Funzioni Locali: quale futuro per province e città metropolitane?
Dopo l’election day di Province e Città Metropolitane di fine ottobre 2018, che ha visto il rinnovo di 27 consigli provinciali e 47 presidenti, si torna a parlare del ruolo che potrebbero avere questi importanti enti.
Con la legge di stabilità le Province e le città Metropolitane potrebbero tornare ad essere un riferimento importante nel panorama degli Enti Locali, con l'investitura ufficiale a stazioni appaltanti per i lavori pubblici avviati dai Comuni del loro territorio. Anche se in molte parti d’Italia è già così, con la manovra 2019 in corso di approvazione, la scelta diventerebbe obbligatoria per tutti i Comuni non capoluogo. Sempre nel documento di finanza pubblica è previsto anche un finanziamento per la messa in sicurezza di strade e scuole di Province e Città Metropolitane delle Regioni a statuto ordinario, con valenza pluriennale fino al 2033. Purtroppo però molti enti versano in condizioni finanziarie al limite del dissesto perché i prelievi forzosi statali hanno ridotto drasticamente le risorse finanziarie per poter espletare le attività istituzionali.
Entro il 21 novembre 2018 il Governo potrebbe dare seguito all’avvio del tavolo tecnico per “la revisione organica della disciplina in materia di ordinamento delle Province e delle Città metropolitane”, così come stabilito dall’ultimo decreto milleproroghe. L’obiettivo è quello di ottenere una legge delega per la riforma degli Enti Locali che punti anche al ritorno dell’elezione a suffragio universale per presidenti e consiglieri.
Per USB solo l’internalizzazione, la nazionalizzazione, il rilancio dei servizi pubblici e la valorizzazione dei lavoratori, possono dare un futuro a questo Paese. E’ necessario abbandonare definitivamente il paradigma basato sulle emergenze e puntare a “spendere prima per non piangere dopo”, attuando un grande piano di messa in sicurezza del territorio.
Oggi la realtà è ben diversa: non solo la privatizzazione dei servizi non è garanzia di efficienza e risparmio di risorse pubbliche, ma, al contrario, diventa spesso un fattore di rischio e sperpero di denari pubblici e malaffare. La recentissima tragedia di Casteldaccia, il crollo del Ponte Morandi a Genova e quello del cavalcavia di Lecco, e la tragedia di Rigopiano, ne sono la triste testimonianza.
Oggi la priorità deve essere una rapida inversione di tendenza, che porti lo Stato a riappropriarsi delle funzioni proprie e dei servizi pubblici, che sono fondamentali per la vita e la sicurezza dei cittadini e dei territori e, conseguentemente, rilanci il settore pubblico, che di queste funzioni deve esserne il vero protagonista. Un ribaltamento del modello sociale voluto dall’Europa che, è bene non dimenticarlo, ha individuato nelle privatizzazioni un obbiettivo fondamentale per tutti i Governi dell’Unione, come certificato dalla famigerata lettera di Draghi e Trichet del 2011.
USB è pronta a fare la sua parte al tavolo tecnico “governativo”, tra i lavoratori e nelle piazze, sostenendo le proprie soluzioni per rilanciare il settore di intervento delle Province e Città Metropolitane e per cancellare quella vergognosa legge “Delrio” che ne ha mortificato ruolo, compiti e funzioni, forzandone l’abolizione.
Deve essere chiaro che le sole risorse economiche, seppur fondamentali, non potranno essere sufficienti a rilanciare il settore di intervento di questi enti di “area vasta”. E’ necessario anche un piano straordinario di assunzioni, che fornisca le adeguate risorse umane decimate dalla “controriforma” e dal blocco decennale del turn over, per rilanciare il ruolo dei servizi fondamentali per i cittadini erogati dalle Province e dalle Città Metropolitane.
USB P.I – Funzioni Locali