FUNZIONI LOCALI: SIGLATA UNA PESSIMA IPOTESI DI CONTRATTO

Roma -

Questa notte è stata siglata all'ARAN, l'ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto funzioni locali, che include regioni, province e città metropolitane, comuni, camere di commercio, IPAB ecc.

L'ipotesi, firmata dai sindacati complici, CGIL, CISL, UIL e CSA, dopo ben otto anni di mancato rinnovo, non solo si limita a elargire misere mancette preelettorali ai lavoratori, ma è soprattutto un arretramento sul piano dei diritti e la prosecuzione dell’accanimento normativo contro i lavoratori pubblici, già bersaglio delle continue e indiscriminate campagne dei media.

In questa tornata contrattuale non sono stati affrontati temi importanti come la nuova classificazione professionale, di cui è stata fornita solo una tabella economica sulle possibili nuove categorie, e le specificità del settore educativo e scolastico, tutte tematiche che sono state rimandate ad una apposita commissione paritetica da istituire. Un contratto fatto in fretta, che ha bypassato completamente tematiche di particolare interesse per lavoratrici e lavoratori del comparto.

E' previsto inoltre lo scippo delle risorse economiche dal fondo del personale non dirigente, con la decurtazione dei corrispettivi finanziamenti della retribuzione di posizione e di risultato delle posizioni organizzative, che saranno corrisposte a carico dei bilanci degli enti.

Nessun accenno alla diminuzione dell'orario di lavoro che rimane a 36 ore, mentre sul piano normativo si registra un inasprimento del codice disciplinare. Sul versante dei permessi che riguardano la legge 104, e le visite specialistiche, la fruizione dovrà essere programmata almeno 30 giorni prima o nelle 24 ore antecedenti nei casi di urgenza, mentre per le visite specialiste sono previste solo 18 ore annuali.

Reintrodotte una sorta di fasce di merito di brunettiana memoria, con la possibilità di stabilire una percentuale di lavoratori che si vedrà maggiorata la produttività fino al 30%, il tutto con la discrezionalità dei dirigenti, mentre saranno disincentivati quei lavoratori con elevati tassi di assenza.

Inaccettabile poi che per la polizia locale i proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie siano utilizzati per rimpinzare i fondi di previdenza complementare Perseo-Sirio e per il welfare aziendale. Altrettanto inaccettabile che nelle camere di commercio sia stato introdotto un fondo di assistenza sanitaria integrativa con le risorse dei lavoratori.

Dal punto di vista economico va registrata una misera mancetta elettorale, che corrisponde ad un aumento medio lordo di 63,50 euro per un lavoratore di fascia C2, che sarà riconosciuto dal 1 marzo 2018. Scandaloso l'elemento perequativo previsto che sarà corrisposto solo per 10 mesi e non sarà pensionabile: per un lavoratore di fascia C2 corrisponde a soli 22,00 euro mensili.

Per USB un' ipotesi di contratto da rigettare in toto e rimandare al mittente, un'ipotesi che dopo tutti questi anni di mancato rinnovo prende in giro i lavoratori ed ha fini esclusivamente elettorali sia per la politica che per i sindacati complici.

Spiegheremo capillarmente i contenuti di questo contratto per far comprendere lo scempio che è stato fatto con la firma di questa notte. Siamo sicuri che alle prossime elezioni RSU i lavoratori e le lavoratrici del comparto sapranno distinguere tra chi si è preso gioco di loro e chi difende i loro diritti.

 

USB ESECUTIVO NAZIONALE

FUNZIONI LOCALI


Roma, 21 febbraio 2018