GIUGNO 2006 UN MESE RICCO?
Ma intanto il nostro contratto è già scaduto da 6 mesi !
Questo mese di Giugno, cari colleghi, ci sentiremo tutti più ricchi, e per un momento ci scorderemo che sono occorsi ventotto mesi per ottenere la firma del biennio economico 2004-05 e trenta mesi per incassarne i magri benefici che per altro giungono a contratto già scaduto.Siamo ormai al sesto mese dalla scadenza naturale del contratto, senza che vi sia in corso alcuna trattativa per il suo rinnovo. Nonostante i Governanti siano cambiati si levano voci preoccupanti che descrivono uno scenario sociale ed economico simile a quello che nel 1992 vide, anche a fronte di una totale accondiscendenza di CGIL, CISL, UIL, il governo Amato bloccare i contratti del Pubblico Impiego e cancellare la scala mobile.Occorre inoltre avere ben presente che oggi le controparti, sono ancora più agguerrite ed autorevoli che in passato, considerata la rilevanza assunta dalle direttive impartite dalla Banca Centrale Europea agli Stati membri dell’U.E. Ed ancora una volta il nostro "bel paese" sarà chiamato a ridurre il proprio deficit partendo proprio dai tagli alla spesa pubblica, e non a caso il nuovo ministero per l’economia è stato affidato ad un eminente esponente della stessa Banca Centrale Europea: Padoa Schioppa.Le prime direttive sono ben chiare e delineate: una immediata sforbiciata ai bilanci degli Enti Locali a partire dalla spesa corrente, dove nella "spesa corrente" rientrano non solo le consulenze, ma anche gli stipendi dei dipendenti.A prima vista appare abbastanza chiaro (ma speriamo vivamente di sbagliarci) che il problema lavoro/precarietà/salario, non siano ancora oggi all’ordine del giorno dell’agenda del nuovo Governo di Centro sinistra, così come nei passati cinque anni non erano mai state all’ordine del giorno del governo Berlusconi.Senza voler fare le inutili "cassandre", non vorremmo che ancora una volta a pagare il risanamento del "bel paese" fossero sempre gli stessi, cioè coloro che vivono di lavoro dipendente e pagano le trattenute alla fonte.Occorre pertanto rilanciare immediatamente l’iniziativa fuori da logiche concertative, perché non esistono governi amici, né padroni buoni, perché abbiamo il diritto di avere retribuzioni decenti adeguate al continuo aumento del costo della vita, così come abbiamo diritto ad avere un lavoro stabile contro ogni forma di precarietà.