Guidonia Montecelio. CHI SIETE…DOVE ANDATE…UN FIORINO!

Guidonia Montecelio -

E già, proprio come nella esilarante scena del film “Non ci resta che piangere” (con il compianto Massimo Troisi), questa è la perentoria intimazione che potrebbero sentirsi rivolgere i cittadini di Guidonia prima di varcare le soglie degli uffici comunali. E’ infatti in dirittura d’arrivo la gara per l’appalto del “servizio di vigilanza armata con piantonamento fisso degli accessi agli immobili comunali, pattugliamento e telecollegamento” che, il giorno 25 marzo, vedrà l’Amministrazione comunale impegnare 755.000 euro –iva esclusa- della pubblica cassa, per un periodo di 3 anni, a favore dell’impresa aggiudicatrice.



In tempi di crisi, come quelli che viviamo, è del tutto legittimo chiedersi se sia opportuno impegnare una somma di denaro così consistente per un servizio che l’Ente potrebbe svolgere avvalendosi delle proprie strutture, adeguatamente potenziate e migliorate; ci riferiamo, ovviamente, al Corpo della Polizia municipale. Con un’adeguata programmazione ed un investimento economico inferiore, infatti, si potrebbero trovare forme di incentivazione del personale, al fine di non distogliere le già poche unità dai servizi ordinari. La Polizia municipale, peraltro, è pienamente legittimata a svolgere le funzioni oggetto della gara d’appalto, avendo tra i suoi compiti istituzionali proprio quello della tutela dei beni comunali, della vigilanza sul regolare andamento dei servizi pubblici nonché sul regolare andamento della vita, della sicurezza e della libertà dei cittadini. A conferma di ciò citiamo, ad esempio, la Legge n° 1 del 13.01.2005 della Regione Lazio che, all’art. 3, (Funzioni e compiti dei corpi e dei servizi di polizia locale), lett. d), recita testualmente: “la vigilanza sull’integrità e conservazione del patrimonio pubblico”; e che tali servizi possano essere svolti da personale armato trova conferma e fondamento nell’art. 20 del Decreto del Ministero dell’Interno n° 145 del 14.03.1987, laddove è specificato: “…dei servizi per i quali gli addetti alla polizia municipale di cui all'art. I espletano il servizio muniti di armi, essa si intende fatta per i servizi esterni di vigilanza e, comunque, per i servizi di vigilanza e protezione della casa comunale…”. E certamente più opportuno sarebbe istituire il sistema di telecollegamento nella sede del Comando della P.M., piuttosto che affidarlo a privati. Questo costituirebbe motivo di crescita e qualificazione professionale per i dipendenti e rappresenterebbe un elemento utile a contribuire alla sicurezza dei beni comunali.



L’ormai diffusa abitudine politica, trasversale ai diversi schieramenti, di gettare la questione sicurezza in pasto ai cittadini, per distoglierli da altri e non meno gravi problemi, porta all’elaborazione delle più svariate proposte, dalle ronde alla cacciata in massa degli stranieri, ma quando si tratta di intervenire con provvedimenti seri e concreti, almeno nel nostro comune, sono sempre gli interessi prettamente politici e di parte a prevalere. E così facendo si perdono occasioni uniche. Nel caso in questione si preferisce spendere 755.000 euro, esternalizzando un servizio essenziale, piuttosto che valorizzare le risorse esistenti, incentivando il personale della Polizia locale o, perché no, offrire nuove opportunità di lavoro istituendo ed assumendo le figure professionali mancanti, quali uscieri e custodi. Sappiamo che l’ultima Amministrazione, recentemente “autoestintasi”, non ha mai voluto affrontare a fondo il problema della riqualificazione professionale del personale dell’Ente (questione tuttora aperta)…figuriamoci se potesse essere interessata alla creazione di nuovi posti di lavoro di “basso livello”, soprattutto.


Meglio appaltare ed affidare i servizi all’esterno, questa è ormai la linea adottata, e non è che le precedenti amministrazioni abbiano fatto di più e meglio.



Per quanto riguarda la videosorveglianza esterna nei due luoghi individuati dalla delibera di Giunta n.195 del 24.10.08 e dalla successiva determina n. 2 del 15.01.09 del Dirigente Area II, questa fa sorgere qualche preoccupazione sul possibile utilizzo di un privato per finalità di controllo a distanza dei lavoratori (piazza Matteotti in Guidonia) e riteniamo che non si può certo prescindere da quanto previsto dall’art. 4 dello Statuto dei lavoratori, che impone di concordare preventivamente l’installazione degli impianti con le rappresentanze sindacali aziendali, allo scopo di stabilire le modalità d’uso degli stessi.



Sempre in merito alla videosorveglianza esterna, risultano abbastanza vaghi i motivi dei luoghi che sono stati scelti per l’avvio del servizio e, precisamente, Piazza Matteotti e Piazza San Giuseppe Artigiano –Villanova-. Per la prima, poche osservazioni, essendo sede del palazzo comunale, sempre a condizione che gli strumenti non possano essere utilizzati per finalità di controllo dei dipendenti ma, per la seconda, i dubbi e le perplessità sono numerosi. Nel luogo prescelto, infatti, non si trova alcuna sede o struttura comunale, né il sito costituisce un obiettivo particolarmente sensibile, almeno non più di tanti altri e pertanto non si può fare a meno di rimarcare ulteriormente l’assoluta mancanza di programmazione nell’istituzione del servizio. Il nodo centrale della questione è sempre lo stesso; la videosorveglianza del territorio non può certamente essere il pretesto per sedare l’allarme sociale e l’ansia da sicurezza dei cittadini, ma deve rispondere ad effettive e reali esigenze; e solo a chi è demandato il compito istituzionale di garantire tale sicurezza deve essere affidato il controllo e, nella fattispecie, trattandosi di iniziativa locale, l’unico soggetto legittimato a farlo non può che essere il Corpo di Polizia municipale. A questo deve esserne demandata la programmazione e la gestione, nell’ambito di un progetto concordato con la competente Prefettura che stabilisca termini e modalità di utilizzo degli impianti che si intenda utilizzare.



Nella vicenda, peraltro, si inserisce un ulteriore elemento: in data 27.01.2009 (precedentemente all’approvazione del bando di gara per il servizio di vigilanza) il Dirigente della Polizia Municipale ha emanato la determina n° 3 nella quale, al punto 2, si stabilisce di “Istituire un servizio di Sicurezza e controllo del territorio…”, del quale nulla è dato sapere, dal momento che, oltre all’assegnazione del personale, non vengono in alcun modo menzionati compiti, funzioni e modalità operative di svolgimento del servizio.



La contraddizione appare del tutto evidente: mentre la Polizia municipale viene “espropriata” delle sue specifiche funzioni, quali la vigilanza dei beni e delle strutture comunali, dei controlli ambientali (ormai quasi totalmente demandati al “Nucleo Tutela Ambiente” che opera in virtù di una convenzione con l’Amministrazione e che, in ogni caso, la logica imporrebbe essere d’ausilio alla P.M. e non agire in autonomia), per non parlare poi della protezione civile che dalla Polizia locale dovrebbe essere coordinata, viene istituito un fantomatico “servizio di sicurezza e controllo”.



 

QUALCUNO E’ IN GRADO DI DARE UNA RISPOSTA COERENTE A QUESTA DOMANDA:
“SICUREZZA E CONTROLLO DI CHI E DI COSA?”