I lavoratori riprendono la parola
L'assemblea dei lavoratori della regione si sta opponendo ai disegni clientelari dell'amministrazione e della cisl.
RdB ne sta veicolando i contenuti recepiti nel documento elaborato dall'assemblea dei lavoratori poichè ritiene sacrosante le richieste e darà battaglia in tutte le sedi politiche e sindacali contro chi ha a cuore il proprio tornaconto personale e non gli interessi dei lavoratori.
Riportiamo la mozione dell'assemblea:
L’Assemblea dei Lavoratori e delle Lavoratrici della Regione Lazio
Preso atto degli spazi di restrizione democratica esercitati proprio da quei rappresentanti sindacali che li dovrebbero difendere e che si sono concretizzati nell’ennesimo accordo sottoscritto dal solo coordinatore della RSU;
verificato che tale accordo ratifica l’assoluto controllo da parte dell’amministrazione dei meccanismi di progressione verticale;
uditi gli interventi elaborati nel corso dell’assemblea del personale del 22 Marzo 2005 che ribadiscono invece l’esigenza di garantire a tutti i lavoratori un meccanismo automatico e oggettivo basato sull’anzianità di servizio, sulla verifica del profilo di partenza e sul titolo di studio: un sistema che sottragga potere alla discrezionalità della dirigenza e ristabilisca un effettivo controllo delle procedure da parte dei lavoratori;
inteso che il presente documento sia inoltrato a tutte le OO.SS. e agli eletti RSU;
PROPONE
1) - Di non approvare la preintesa sulle progressioni verticali sottoscritta dal coordinatore RSU in data 7/3/2005.
2) – Di rivedere i meccanismi di progressione verticale sulla base di criteri oggettivi e non discrezionali basati sull’anzianità di servizio, sulla verifica del profilo di partenza e sul titolo di studio, eliminando qualsiasi selettività realizzata sulla base di esami fasulli.
3) – Di sancire che qualunque accordo – prima della sua definitiva approvazione – sia sottoposto alla verifica dinanzi all’Assemblea dei Lavoratori.
4) – Invitano tutte le OO.SS. e gli eletti RSU al rispetto della volontà dell’Assemblea e ad indire lo stato di agitazione del Personale qualora l’amministrazione regionale non intenda aderire alla volontà dei Lavoratori e delle Lavoratrici .
Roma, 22 marzo 2005