Il disastro del precariato nel pubblico impiego: le cifre parlano chiaro
Il precariato nel pubblico impiego è vicino all’implosione, e se n’è accorto anche il Governo che sta tentando di dare una risposta ad un problema che ormai ha assunto dimensioni impressionanti. Il governo sta predisponendo provvedimenti parziali, infatti si tratta di assunzione definitiva solo per 7000 lavoratori a tempo determinato dei ministeri, agenzie e parastato e assolutamente inadeguati rispetto alle dimensioni del problema se si pensa ai 300 mila lavoratori precari che oggi garantiscono il funzionamento della Pubblica Amministrazione.
La RdB-CUB P.I. intende vigilare sull’andamento di questa iniziativa governativa con l’appoggio dei lavoratori affinchè non vengano scippati di quanto gli è dovuto.
Così come sarà necessario vigilare che il taglio del 30% sulle spese per i contratti flessibili previsto nella legge finanziaria serva a ridurre gli sprechi sui contratti dei consulenti di lusso e non a licenziare precari con l’implicito danno ai cittadini/utenti che vedrebbero un ulteriore tracollo della pubblica amministrazione e dei servizi che essa fornisce in tutti i suoi settori dagli enti locali, ai ministeri, dagli enti previdenziali e fiscali agli ospedali, nel mondo universitario e della ricerca.
Rimane il giudizio estremamente negativo sul mantenimento del blocco delle assunzioni nel pubblico impiego, che si traduce in precarizzione dei lavoratori e non diventa altro che una ulteriore fase dello smantellamento dello stato sociale a tutto danno del cittadino.
La Federazione RdB-CUB del Pubblico Impiego nell’ambito delle iniziative contro il caro-vita e la precarizzazione attiverà tutte le azioni di mobilitazione a partire dallo sciopero generale indetto per il 21 ottobre per impedire che l’ennesimo scempio sui lavoratori e sui cittadini venga perpetrato in nome delle esternalizzazioni e delle defiscalizzazioni a favore dei "soliti" noti confindustriali.