Incentivi per funzioni tecniche.
INCENTIVI PER FUNZIONI TECNICHE:
PERCHÉ L’INCLUSIONE NEL TETTO DEL “FONDO DEL SALARIO ACCESSORIO” PRODURRÀ UN’ULTERIORE DIVISIONE TRA I LAVORATORI.
Parliamo di incentivi per funzioni tecniche, perché è giunta l’ora di trattare l’argomento in maniera chiara per capire come stanno veramente le cose.
Con la normativa introdotta dal nuovo Codice degli appalti, si vanno a premiare maggiormente coloro che si occupano della funzione “regolatrice” degli affidamenti di lavori, servizi e forniture.
Insomma, è evidente che con la nuova legge si incentivano gli enti ad appaltare e l’esperienza insegna, che l’aggiudicazione spesso e volentieri avviene a favore di aziende che applicano ai loro dipendenti contratti svilenti e sovente non li tutelano a sufficienza in termini di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Ma ciò che ci preme maggiormente affermare è che proprio quando si sta iniziando a parlare di rinnovo dei contratti collettivi nel Pubblico impiego (quindi anche nel nostro comparto), con Deliberazione n. 24/SEZAUT/2017/QMIG la Sezione Autonomie della Corte dei Conti si pronuncia sulla questione degli incentivi per le funzioni tecniche, stabilendo che questa nuova voce deve obbligatoriamente essere ricompresa nel tetto massimo del Fondo.
È chiaro quindi che d’ora in poi gli incentivi andranno a influire sull’ammontare del salario accessorio, di fatto contraendolo in maniera sostanziosa, con effetti negativi per la maggior parte dei dipendenti.
Il risultato più evidente di questa situazione è che negli enti locali, per “far quadrare il cerchio” tra le varie voci della retribuzione, la quota da destinarsi alla produttività collettiva non potrà che ridursi progressivamente, stante l’impossibilità di incrementare il Fondo oltre i limiti stabiliti dalla legge.
Anche l’ANCI, nelle proposte di emendamenti al “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020” afferma che “la nuova disposizione sugli incentivi per le funzioni tecniche sarebbe di fatto inapplicabile, in quanto le relative risorse andrebbero di fatto rinvenute all’interno di un budget già impegnato in altri utilizzi connessi ad istituti di salario accessorio”.
Questa situazione non potrà che generare una contrapposizione tra lavoratori.
Da una parte i tecnici, che vogliono vedere giustamente riconosciuti i propri compensi, dall'altra il resto del personale che vedrà ridursi inevitabilmente la propria produttività.
Intendiamo per questo contrastare l’effetto di istituti che, se applicati al Fondo, in molte realtà ne determinerebbero una riduzione e la conseguente contrazione della porzione destinata alla produttività collettiva.
L’USB ESPRIME LA SUA NETTA CONTRARIETÀ VERSO QUESTA ENNESIMA SFORBICIATA AL FONDO DEL SALARIO ACCESSORIO DEL COMPARTO E SI DICHIARA INDISPONIBILE A CONTRATTARE A LIVELLO DECENTRATO LA NUOVA APPLICAZIONE DEGLI INCENTIVI PER LA PROGETTAZIONE (EX MERLONI) CHE, SE DA UN LATO INCENTIVERÀ LE AMMINISTRAZIONI LOCALI ALLA (S)VENDITA DEI SERVIZI PUBBLICI, DALL’ALTRO NON POTRÀ CHE ANDARE AD AGGIUNGERSI ED APPESANTIRE LE GIÀ TANTE, INSENSATE DISEGUAGLIANZE TRA I LAVORATORI CHE ATTINGONO AL FONDO PER IL PROPRIO SALARIO.
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