LA CAPACITA' D'INDIGNARSI

Roma -

Un milione e 478 mila euro stanziati dalla Regione Lazio per i C.S.I. (Centri Servizi Immigrati), quindi, a Capitale Lavoro s.p.a.. La società (60% Provincia di Roma, 40% Formez), nata per operare come ente strumentale, di fatto si avvia ad <<ampliare le sue competenze, anche tramite modifiche al suo statuto…..allo scopo di affidarle la funzione di <em>polo pubblico della formazione e della conoscenza….>>. Una boccata d’ossigeno non trascurabile, se consideriamo i 100 mila euro stanziati per il Coordinamento istituito presso la Regione Lazio, che deve porre le basi per l’emanazione di una legge regionale sull’immigrazione.

Non sappiamo con quali fondi, la suddetta società, abbia potuto avviare "progetti e studi", workshop e "cenacoli culturali"(!!!), organizzare convegni europei e pubblicizzare le sue attività.

Non sappiamo quanto abbia influito sulle politiche attive del lavoro, ma sappiamo quanto la domanda di lavoro, passata attraverso i Centri per l’impiego, sia stata qualitativamente scadente e precarizzante.

Non sappiamo dove siano andati a finire i soldi del F.S.E. destinati alla formazione di tutti gli operatori dei Servizi per l’impiego (Ob. 3 AsseA Mis.A1), ma sappiamo, che consulenze, sedi prestigiose e beni strumentali hanno i loro costi. Come sappiamo, che mantenere personale precario, pur dotato di non si sa quanti poggiapiedi, ha prezzi infinitamente più bassi, nonostante i contratti a termine reiterati.

Oggi ben poco ci piace dei Servizi per l’impiego, nonostante le ridondanti dichiarazioni : non ci piace la loro gestione, gli opportunismi clientelari a tutti i livelli, non ci piacciono coloro i quali, solo tre anni fa, negli impegni programmatici e nelle dichiarazioni d’intenti, affermavano l’opposto di ciò che si sta concretizzando." Noi", ancora siamo capaci d’indignarci. Al contrario di chi, per convenienza o colpevole lassismo, accetta l’eutanasia del servizio pubblico dovuta ai troppi interessi economici in ballo, trascurando il fatto, che nessuno potrà mai operare escludendo <<ogni attività sostitutiva rispetto al personale ed alle strutture dei servizi provinciali per l’impiego e la formazione….>>, salvo che lasciare misere briciole.

"Noi"c’indigniamo. Per le false ed opportunistiche promesse elettorali, per l’esistenza di società "pubbliche"e per le politiche private dei loro consigli di amministrazione, per tutto ciò che crea precariato, sottoccupazione, disservizio all’utenza, aggravi economici per la collettività.

Chiediamo a tutti i lavoratori di prendere coscienza del mercimonio che si sta attuando alle loro spalle e che li porterà alla dequalificazione professionale, con conseguente scadimento dei servizi offerti all’utenza.

Invitiamo le forze sociali, i movimenti, le associazioni e tutti coloro i quali abbiano la consapevolezza del declino dei servizi pubblici a mobilitarsi, affinché anche i servizi per l’impiego possano essere patrimonio della comunità.