LA NUOVA GIUNTA "RINUNCI ALL'EREDITA'"!

Roma -

I ripetuti richiami di questa associazione sindacale ad attuare una politica di rigore ed "un altro modo di governare" rivolti all’attuale Giunta per ora non si sono ancora concretizzati, quest’ultima infatti si trova ancora coinvolta nelle scelte scellerate ed illegali della precedente Giunta, con la costituzione di 4 Dipartimenti, 35 Direzioni regionali, 600 Dirigenti che non sanno cosa fare in quanto non riescono nemmeno a delineare le proprie competenze, 70 consiglieri regionali, 16 Assessorati, un numero spropositato di Commissioni.Famiglie monoreddito, lavoratori flessibili, madri separate, persone non autosufficienti, anziani, costituiscono nel Lazio il 65% delle persone che si ritengono povere o molto povere. Il 37% della popolazione laziale è costretta a fare la fila a Roma in via Marsala per ritirare il pacco viveri. (Denuncia Mons. Di Tora responsabile della Caritas Diocesana di Roma). Come rispondere a speranze ed attese di questa maggioranza di persone sofferenti? Forse con gli stipendi faraonici deliberati dalla Giunta Regionale a favore del proprio staff e dell’attuale dirigenza? Tra i sussurri della politica e le grida di dolore dei lavoratori, emerge in tutta la sua drammaticità, l’azione politica gregaria della precedente Giunta, costituita dalle false promesse e dalle spudorate menzogne emblematicamente rappresentate dall’ultima vicenda riguardante gli interessi privati, che la Regione ha ereditato di buon grado dalla precedente Amministrazione, sulla sede di Via del Tintoretto quando hanno affermato che era già in essere un contratto sottoscritto tra le parti e gravato di penalità.Viceversa funzionari e impiegati regionali, pur con elevata professionalità, si trovano da mesi senza incarico, sedia, scrivania!Mentre il Paese affonda nella crisi economica, assistiamo sgomenti alla forsennata rincorsa da parte di dirigenti e consulenti regionali che, con manovre trasformiste, ripercorrono italiche indecenze per salire sul carro del vincitore. Se l’attuale maggioranza politica dovesse cedere alle lusinghe dell’attuale dirigenza regionale che pretende di continuare a spadroneggiare a spese della Regione, affonderebbe inesorabilmente nel più becero clientelismo e rinnegherebbe quegli impegni presi in campagna elettorale con doti di equilibrio ed imparzialità dal Presidente della Regione che intende fare propri i bisogni della gente, del precariato selvaggio, dei disoccupati, delle famiglie in gravi difficoltà.Tutto ciò stride con la richiesta avanzata dal direttore del personale – con nota del 30/6/2005) – di aumentare da 4 Milioni di Euro (8 Miliardi di Lire) a 8 Milioni di Euro (16 Miliardi di Lire) il capitolo di spesa che consente un incremento del 20% dello stipendio unicamente per i direttori regionali.L’ex Assessore Iannarilli, ha scoperto "l’acqua calda": I CONCORSI FARSA, denunciando pubblicamente fatti e circostanze di cui egli è certamente a conoscenza da tempo circa l’aiuto ed i privilegi concessi a figli e parenti dei politici e dirigenti regionali. Ci chiediamo se c’è un giudice in questo Paese che, informato sui fatti che potrebbero costituire reato, dopo aver letto sulla stampa l’eventuale notitia criminis, promuova le dovute indagini.Un generale arretramento, sociale, politico ed economico, rende impossibile a molti il solo immaginare un lavoro senza dover pagare tangenti di ogni tipo, senza doversi prostituire al politico di turno, come risulta da una denuncia circostanziata presentata da un dirigente della Regione Lazio (cfr. "L’Espresso n. 25 del 30/6/2005, p. 75). Ora si spiegano meglio le centinaia di assunzioni in Regione di lavoratori precari per la maggior parte figli, mogli, parenti di funzionari e dipendenti regionali, spesso costretti al più turpe dei ricatti per far lavorare i propri cari.

FINO A QUANDO I POTENTI DI TURNO POTRANNO ABUSARE DELLA PAZIENZA DEL POPOLO E DEI LAVORATORI?

Roma, 7 luglio 2005