L'AMMINISTRAZIONE "ALLEGRA" DELLA REGIONE LAZIO
In allegato il comunicato
Fin dal tempo in cui sedeva Storace sulla poltrona di presidente della giunta regionale del Lazio, RdB ha evidenziato i guasti della cattiva gestione della cosa pubblica. Con l’amministrazione Marrazzo le aspettative di cambiamento si sono infrante con i costosi appalti, le inutili esternalizzazioni dei servizi, la creazione di organismi paralleli (come il “C.R.E.I.A.”) e il potenziale utilizzo degli ex enti parco come serbatoi di consenso elettorale, oppure come corsia preferenziale per le facili assunzioni e per le magiche carriere lampo con “il coniglio che spunta dal cilindro”, facendo così proseguire lo spreco di denaro pubblico e consumando un vero e proprio danno nei confronti dei lavoratori e dei cittadini.
Ma questa disinvolta gestione del potere trova i suoi referenti all’interno della dirigenza dell’ente come accaduto di recente con la nomina di un membro esterno (ex dirigente regionale perequato in pensione), all’interno della commissione di valutazione delle domande per l’avviso di mobilita’ esterna (quella pensata per favorire i comandati), ad opera del direttore vicario del personale Brigante e del direttore del dipartimento istituzionale Lirosi.
In questo caso i due direttori regionali hanno preferito dirottare soldi pubblici in favore di un ex dipendente (gia’ beneficiato da una pensione d’oro), a dispetto delle centinaia di lavoratori costretti a sopravvivere con poco piu’ di mille euro mensili, per i quali ogni minimo riconoscimento economico viene sottoposto al vaglio di mille ostacoli legislativi, procedurali ed economici (basta pensare alle recenti previsioni del cd. Decreto Brunetta).
Rdb non tollera questo vergognoso stillicidio di danaro pubblico che confligge con il clima di austerita’ imposto invece ai cittadini del Lazio (come nel caso delle strutture sanitarie).
Per questo, crediamo necessario rendere pubblico l’operato, dei responsabili dell’amministrazione regionale che non perdono occasione per usare la loro “autolegittimata” discrezionalita’ per favorire gli interessi di pochi privilegiati (spesso con la complice disponibilità delle centrali sindacali concertative) e per contrastare, invece, gli interessi della maggior parte dei lavoratori.
Il solo argine a questo diffuso malcostume viene dal dare più forza alla RdB in quanto unica Organizzazione Sindacale al servizio di tutti i lavoratori, sia nei momenti di protesta, che in quelli di proposta.