Lazio. Conciliazioni ad personam
In allegato il comunicato e le determine regionali
I DIRETTORI E I FUNZIONARI RESPONSABILI DELL’ AMMINISTRAZIONE REGIONALE ACCOLGONO LA PRESIDENTE RENATA POLVERINI CONTINUANDO IMPUNEMENTE A GESTIRE IL DANARO PUBBLICO CON CRITERI CLIENTELARI, INGIUSTI ED IMMORALI, DIETRO UNA MASCHERA DI LEGALITA’!
In questa nostra Regione assistiamo alla sistematica elusione dell’applicazione di norme di legge, di ordinanze e sentenze passate in giudicato. Di questo fino ad oggi abbiamo correttamente informato i lavoratori e l’opinione pubblica, senza che nessuno però sembri destinato a pagare per le negligenze e gli abusi commessi.
A questo proposito dobbiamo purtroppo registrare con rammarico l’elevato numero di dipendenti regionali, i cui diritti sono stati accertati con sentenze esecutive, che, grazie al margine di discrezionalità che i nostri direttori regionali si concedono, si vedono costretti ad attendere per anni prima che questi diritti vengano realmente riconosciuti, nonostante i ripetuti tentativi di conciliazione promossi per addivenire ad un accordo conveniente per entrambe le parti, con un inutile aggravio di spese legali e giudiziarie a carico della Regione Lazio e conseguente sperpero di danaro pubblico.
Questi dipendenti regionali, oltre che vessati, si vedono persino beffati: infatti, mentre da un lato si prospettano tempi lunghissimi per il riconoscimento delle loro legittime richieste, dall’altro, i soliti pochi privilegiati che gravitano attorno ai potentati di turno, concludono, con l’Amministrazione “compiacente”, tentativi di conciliazione “improbabili”, ottenendo compensi esorbitanti in tempi rapidissimi. Tale procedura viene motivata pretestuosamente dal bisogno di “realizzare un immediato risparmio di spese legali e di giudizio” proprio da quella stessa Amministrazione che si permette di sperperare disinvoltamente denaro pubblico in inutili lungaggini giudiziarie per contrastare le richieste di quei lavoratori che sono già state ampiamente legittimate dal Tribunale, spendendo spesso cifre superiori a quelle che si vorrebbero risparmiare.
Così, ex dirigenti perequati collocati in pensione con vantaggiosi incentivi e dirigenti (anche esterni) che percepiscono stipendi sproporzionati, attraverso un semplice tentativo di conciliazione, ottengono dalla Regione Lazio ulteriori prebende, che vanno dai 20.000,00 euro ai 145.000,00 euro, senza che le loro discutibili richieste siano state mai sottoposte ad alcun grado di giudizio e senza incontrare quelle resistenze che l’Amministrazione riserva ai “lavoratori di serie b”.
VERIFICHEREMO NELLE OPPORTUNE SEDI LA LEGITTIMITA’ DI QUESTO COMPORTAMENTO!
FINO A QUANDO I FUNZIONARI, I DIRIGENTI (ANCHE ESTERNI) E I DIRETTORI INCOMPETENTI ED IN MALAFEDE, COME IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO ISTITUZIONALE, IL DIRETTORE DEL PERSONALE, IL SUO VICARIO ED IL RESPONSABILE DELL’AREA CONTENZIOSO, AVRANNO LA POSSIBILITA’ DI VESSARE IMPUNEMENTE I LAVORATORI DI QUESTA REGIONE?