Malo. VOGLIAMO EQUITA': BASTA CON I RICATTI SUL CONTRATTO

In allegato il volantino

Malo -

I lavoratori del Comune di Malo, riuniti ieri in assemblea sindacale, hanno sancito, a larga maggioranza, con il voto un dato importante: basta con i sacrifici da una sola parte! La riduzione di spesa del personale, se deve esserci, deve riguardare tutti i dipendenti del Comune di Malo, posizioni organizzative comprese, non può più riguardare solo il fondo salario accessorio, quindi colpire la stragrande maggioranza dei lavoratori già con salari al limite della sopravvivenza.



I lavoratori hanno detto basta ai soliti ricatti del “se non si firma non vi pagano più la produttività”. L’hanno detto con il voto: di 32 presenti, 23 si sono dichiarati contrari alla sottoscrizione del contratto, quattro si sono astenuti e solo cinque (tra i quali i due delegati Cisl) hanno votato per sottoscrivere il contratto.



L’ingiustizia ha superato ogni limite con la costituzione di un fondo produttività per il 2011 che, nella relazione del responsabile del servizio, si richiama a una delibera del 10 maggio (la stessa data della determina che costituisce il fondo) “con la quale si davano alcuni parziali indirizzi relativamente ad alcune voci variabili…” e si richiama a un e-mail (sic!) “con la quale il Segretario generale ha dato indicazioni in merito ad alcune voci variabili…”.



Ma si supera il ridicolo quando la dirigente dà atto che il Comune di Malo rispetta la riduzione di spesa del personale del 2011 rispetto al 2010 adeguandosi alla normativa che dice come modulare le proprie azioni. Al punto b) riportato in determina, si dice “razionalizzazione e snellimento delle strutture burocratico-amministrative, anche attraverso accorpamenti di uffici con l’obiettivo di ridurre l’incidenza percentuale delle posizioni dirigenziali in organico”.



Una vera e propria beffa: questa Amministrazione ad inizio settembre approva una delibera digiunta (la n. 87 del 9/9/2010) in cui dichiara che “il prossimo pensionamento del responsabile servizi demografici costituisce l’occasione per ripensare alla strutturazione organizzativa basata su sette servizi in linea, con riduzione degli stessi a sei e conseguente redistribuzione delle funzioni svolte dal servizio soppresso fra i rimanenti” ma a distanza di quattro mesi riconferma tutte e sette le posizioni organizzative impegnando oltre 83 mila euro (di indennità oltre al loro stipendio) per sette capi settore. La solita politica che conferma la promozione di “capi e capetti” profumatamente pagati e del cui ruolo nessuno avverte la necessità mentre in alcuni settori il carico di lavoro è sempre più in aumento a fronte di salari al limite della sopravvivenza.



Le conseguenze oggi sono sotto gli occhi di tutti: per rispettare le normative nazionali sulla spesa del personale il taglio è in un’unica direzione: verso i dipendenti che guadagnano meno. Un taglio di diverse decine di migliaia di euro (i progetti scendono per il 2011 a 23.500 euro contro i 48.000 euro del 2010 o i 65.275 euro del 2009, ma vengono tagliate anche indennità minime che comportavano spese di poche migliaia di euro come quelle di 250 euro per gli addetti allo sportello (€ 250,00 all’anno in aggiunta di magri stipendi e per compensare un lavoro particolarmente delicato e spesso stressante).



Basta sacrifici da parte di chi guadagna 1000-1300 euro al mese.



I lavoratori l’hanno detto chiaramente: un cambio di direzione è necessario!



Basta con la firma ad accordi al ribasso, basta con i ricatti, basta con politiche sindacali che ostacolano l’unità e la volontà di lotta dei lavoratori (dimostrata anche al Comune di Malo con il voto di ieri).



Facciamo appello alla massima unità dei lavoratori, ovunque collocati sindacalmente, per creare, insieme, un fronte unico di resistenza e di lotta per tutelare i nostri salari e i nostri diritti.



I lavoratori l’hanno detto chiaramente: un cambio di direzione è necessario!

Facciamo pagare la crisi a chi l’ha provocata!