Provincia di FR. Pari opportunità solo a parole, le elezioni provinciali del 12 ottobre ne sono la prova.

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Frosinone -

Ho non uno ma due motivi per non riconoscere la giusta rappresentanza al nuovo governo delle Provincie. La prima riguarda il voto indiretto, il 12 c.m. voteranno solo consiglieri comunali e sindaci del territorio, non i cittadini e la seconda è la scelta delle liste che non rispettano la giusta rappresentanza delle pari opportunità. La questione del destino di noi dipendenti per ora è solo un punto di domanda, perché ancora non si sa nulla di certo riguardo alle funzioni, alle risorse e al personale, forse le prime risposte arriveranno dopo le elezioni, forse lo sapremo quando inizieranno le operazioni per definire le competenze delle nuove Province.  Intanto capitando in questi giorni a Palazzo Jacobucci, sede della Provincia di Frosinone, si nota il via vai solito che ha da sempre anticipato ogni elezione e già fanno capolino vecchi testimoni della politica locale, anche se non direttamente candidati. Ma la curiosità si trova leggendo i manifesti elettorali, non più faccioni o manifesti nelle strade (almeno questo ce lo risparmiano) le liste del Presidente della Provincia e del Consiglio Provinciale sono in bella vista all'ingresso e scorrendo le liste si legge un primo manifesto con i nomi, a caratteri cubitali, dei due candidati Presidente e nell'altro le cinque liste che si sono riuscite a formare, dei consiglieri candidati, leggendo con più attenzione i nomi viene fuori, senza troppi calcoli o percentuali, che il Consiglio Provinciale sarà decisamente di color azzurro. E' uno strano risultato delle consultazioni sicuramente non proprio moderno, su 55 candidati consiglieri tra cui solo 3 sono donne, eppure nei 91 comuni, sono circa 120 i Consiglieri donne eleggibili. Sicuramente sono donne che hanno scelto la carriera politica e conoscono l'equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza, per cui non so perché nessuna si è opposta a questo sistema, eppure molte sono di quei partiti che si denominano "democratici", nei gruppi politici il cui Presidente ha la delega alle Pari Opportunità. Al di la del fatto che non approvo questo sistema di elezione, mi chiedo come si potrebbe spiegare in poche parole questo fenomeno. Forse potrebbe essere stata una scelta di massa, cioè che più di 100 donne consigliere si sono astenute a questo nuovo sistema elettorale, e se fosse così a loro il mio massimo rispetto, ma pensando ai comuni di provenienza sembra improbabile. Oppure si sono rifiutate a prendere parte a questa sfida perché non si sentono adeguate a competere con i colleghi di sesso maschile, ed anche questo scarterei perché già dalla loro discesa in campo per le comunali hanno scelto la carriera politica. Per ultimo, ma forse è l'opzione giusta, è che non sono state volute dalle forze politiche, dagli stessi partiti a cui appartengono, perché il fenomeno del maschilismo impera ancora e purtroppo deve per forza esserci una legge che ne impone una percentuale, altrimenti non viene considerato naturale che possano partecipare in egual misura. In tutte le istituzioni nonostante si parli di Pari Opportunità, le donne sono in minoranza ed nel caso delle Provincie che sono solo un esempio, non sono in minoranza ma quasi in assenza.  Non credo di essere la sola ad aver notato questo risultato, ma resto basita quando ne parlo, inutilmente, con qualcuno della Commissione Elettorale di cui fanno parte alcune donne, e mi viene risposto che la politica è questo e forse non ho capito il Sistema. Alla luce di ciò penso che poteva essere utile una Cabina di regia, anche con il supporto della capace Consigliera di Parità a cui era doveroso far notare, così come ho fatto io, questa discriminazione di genere, anche solo per esprimere un giudizio. Siamo arretrati, inutile negarlo,  nei paesi nordici questo salto culturale è una realtà ormai da anni, la sensibilità femminile è considerata un valore aggiunto quando si tratta di operare nell’amministrazione della cosa pubblica. In quei paesi civili davvero, si applica già da tempo l'alternanza di nomi nelle liste e la doppia preferenza di genere, c'è uguaglianza e si è consapevoli che con le donne ci sono più energie e intelligenze capaci di produrre qualità, etica, uguaglianza e sviluppo per tutti.  Parlano parlano di Pari Opportunità  ma la realtà è che sono solo belle parole! Le pari opportunità tra uomini e donne, l’eguaglianza, almeno quando si tratta di cariche elettive, sono ancora un'utopia. Senza ombra di dubbio tutto ciò è solo dimostrazione che la nostra Provincia e il nostro Paese vige il maschilismo e sebbene una Legge c'è si è preferito metterla nel cassetto e lasciarla li per qualche anno.  La verità è  che la politica dalle nostre parti non riesce a forzare i vecchi meccanismi, è ancora appannaggio maschile, o forse qualcuno ha timore di alcune spiccate capacità che le donne impegnate hanno, forse spaventa il mondo maschile, forse non gradiscono che una donna possa ricoprire certi ruoli o temono le donne forti che riescono ad avere le loro pari opportunità, altrimenti non si spiega il perché non ci sia stato rispetto per un'equa rappresentanza di genere, a prescindere.  Elezioni del "rinnovamento": modalità d'elezione degli organi non è più diretta, che non condivido a priori perché non votano i cittadini, dove oltre ad essere calpestato il principio del voto viene meno il rispetto delle pari opportunità di genere espresso dall’art. 51 della Costituzione e da numerose norme di legge. Potevamo essere, un buon esempio invece non è stato così neppure per questa occasione, resta ancora nella nostra provincia solo l'esempio che non c'è nessuna garanzia di democrazia, nessuna parità, nessuna effettiva rappresentanza di genere nel mondo politico ma anche in quello sociale ed economico.    

Amen.


Questa frase è il simbolo della nostra Provincia: Ferocior ad rebellandum quam ad bellandum -
 ...e della gente volsca forse resta l'amore della libertà...

p. USB P.I.
(Provincia di Frosinone)
Paola Baldassarra