Provincia di Genova. 6 dicembre: sciopero e manifestazione, USB c'è. Racconto dell'incontro con il Ministro Delrio

USB-PI della Provincia di Genova intende ringraziare tutti i lavoratori, compresi i colleghi a tempo determinato, quelli degli appalti e delle partecipate, che hanno contribuito alla riuscita dello sciopero e della giornata del 6 Dicembre.

In allegato il comunicato

Nazionale -

Un grazie particolare ai colleghi che con noi sono venuti alla manifestazione di Roma sobbarcandosi il viaggio, ma anche passando una bellissima e divertente “giornata di lotta” in ottima compagnia. Il risultato politico per i lavoratori delle Province, ed in particolare della nostra organizzazione, è evidente. Abbiamo rimesso la discussione sui binari giusti. Abbiamo portato le tematiche a noi care (contro il Provincicidio) al centro dell'attenzione.

La lotta non è finita ma sarà ancora lunga e faticosa. USB c'è. I lavoratori sono sempre più consapevoli e determinati.

Ogni tanto non farebbe male ricordarci da dove provengono le politiche messe in atto dai governi, anche in merito alle Province. Basterebbe rileggere la lettera che Draghi e Trichet inviarono a Berlusconi nell'agosto 2011. Da notare la frase " C'è l'esigenza di un forte impegno ad abolire o a fondere alcuni strati amministrativi intermedi (come le Province ndr). Andrebbero rafforzate le azioni mirate a sfruttare le economie di scala nei servizi pubblici locali". Ma la cosa impressionante è che certe espressioni si ritrovano pari pari in diversi accordi e protocolli sottoscritti anche dalle cosiddette "parti sociali" (tra cui CGIL, CISL e UIL).

Incontro con Il Ministro Delrio durante la manifestazione del 6 dicembre dei dipendenti delle Province.
Presente all'incontro anche un rappresentante della Provincia di Genova.

La notizia è che, a differenza di quanto scritto dalla CGIL aziendale nei giorni prima dello sciopero, il Ddl Delrio è ancora vivo e vegeto.

Sicuramente il Ministro non passerà alla storia come un grande statista o un grande costituzionalista. Come tutti i politici di oggi appare presuntuoso e permaloso. Non sembra avere grandi doti, nè organizzative nè politiche.

Il ministro ha iniziato il suo colloquio con noi difendendo la costituzionalità dell'eventuale legge. Ha raccontato che in “quasi” tutta Europa le Province sono enti di secondo livello. Che non si lede nessun diritto dei cittadini eliminando l’elezione dei propri rappresentanti a livello provinciale, portando ad esempio in maniera sconsiderata e stupefacente l'elezione del Presidente della Repubblica e la nomina del Presidente del Consiglio. Probabilmente si è dimenticato  che la nostra è una Repubblica Parlamentare come stabilito dalla nostra Costituzione.

Il ministro non ha illustrato la sua proposta di abolizione/riforma degli EELL. Non ha nemmeno spiegato perchè la ritenga necessaria. Non ha nemmeno provato a difenderla in un contesto di risparmi necessari. Ci ha solo spiegato che il ddl è alla Camera ed è sottoposto a non meglio identificate dinamiche parlamentari, per cui ci sarebbero componenti del Parlamento (ad esempio il Ministero dell'Economia) che vorrebbero anche diminuire drasticamente il personale e altri, tra cui lui, che invece intendono difendere i lavoratori e il loro salario. Citandolo testualmente “i lavoratori sono parte della riforma, questa riforma migliorerà il Paese”.

Il Ministro è apparso molto fumoso sulla questione delle Funzioni. Ha citato quelle che rimarranno alle future Province/Citta Metropolitane come previsto dal Ddl. Per quanto riguarda le rimanenti, le ha indicate come Funzioni disciplinate da Regioni e Comuni, di cui non dobbiamo preoccuparci. I lavoratori saranno trasferiti ad altri enti/compiti e manterranno il loro salario, compreso quello accessorio almeno per un anno, poi si vedrà. Sulla Funzione legata all'edilizia scolastica ha dichiarato: ”non preoccupatevi intanto i Comuni non la vorranno e la lasceranno alle future Province”.E ci ha annunciato che le Unioni dei Comuni avranno probabilmente deroghe sul patto di stabilità.

Sul futuro della legge ha detto che dovrebbe essere approvata entro il 15 gennaio salvo imprevisti.

Il Capo di Gabinetto del Ministro ci ha detto che nella legge di stabilità ci sarà il prolungamento dei commissariamenti al 30 giugno 2014.

Il Ministro ha anche confermato che lui non si occupa delle risorse da destinare a questa riforma e dei debiti che lo Stato ha nei confronti delle Province (a quella di Genova lo Stato deve 32.000.000 di Euro) o dei tagli procurati dalla futura spending review del Commissario Cottarelli al Pubblico Impiego.
Lui fa la legge. Altri si occupano della parte finanziaria.(insomma lui svuota le Province, trasferisce le funzioni, ma non ha idea di come saranno finanziate.)

E' sicuro però che ci vorranno molti DPCM in un futuro indefinito. “L'attuazione della riforma è quella che crea problemi. Il livello di confronto è anche in altri tavoli con Regioni, Comuni Associazioni di Categoria (UPI) e Sindacati.”

Sul grave problema delle migliaia di precari “in scadenza” nel 2014, che avrebbero bisogno di un prolungamento per non trovarsi negata ogni possibilità di stabilizzazione nel periodo  caotico di applicazione della nuova legge, il Ministro ci ha detto che ha sentito che qualcuno se ne sta occupando forse un sottosegretario...

Sulle politiche del lavoro ci ha detto che non è tra i suoi compiti e che se ne sta occupando un altro Ministro. Facendo trasparire che l'idea di una sola “Agenzia Nazionale” non è ancora stata archiviata.

Non ha difeso il Protocollo che ha firmato con CGIL-CISL-UIL, ci ha detto che i sindacati collaborativi gli hanno proposto un testo. E lui lo ha firmato. Non ha negato che ci sarà la necessità di discutere esuberi e mobilità.

Alla nostra proposta di un documento completamente diverso nei contenuti, ci ha dichiarato che se lo condivide lo firma. Ma probabilmente non ha capito che chiedevamo un impegno che prevederà nessun esubero (compreso l'indotto), nessuna mobilità coatta e nessuna privatizzazione.

Insomma se la preoccupazione ci aveva portato a dichiarare lo sciopero di tutti i lavoratori delle Province e di organizzare una manifestazione a Roma, siamo usciti dall'incontro molto più determinati di prima. Lo stato di agitazione in tutte le Amministrazioni continua. USB proverà tutte le strade possibili,si adopererà anche per sensibilizzare  tutti i gruppi parlamentari. Fermare il Ddl è possibile.

La lotta continua.