Provincia di Lodi. Assemblea del personale contro il riordino delle province. Verso la costituzione di USB anche nella provincia lodigiana

In allegato il volantino

Lodi -

Vogliono pelà l’oca sensa fala caragnà (pelare l’oca senza farla strillare)

Nelle cascine lodigiane, una delle abilità delle contadine consisteva nello spennare l’oca senza farla strillare e mordere.

L’ antico detto lodigiano torna alla mente, di fronte alla protervia dei governanti, che hanno deciso l’infausta e regressiva legge sull’abolizione delle provincie.

La provincia è l’organismo, democraticamente eletto, che interpreta e media, nell’ambito delle sue competenze, il rapporto tra comuni e popolazione con gli organismi politici più grandi. Svolge cioè un compito fondamentale non solo nella produzione e coordinamento dei servizi territoriali, ma soprattutto nella gestione democratica della vita pubblica.

Noi dipendenti provinciali siamo prima di tutto cittadini, alla pari di tutti gli altri e vantiamo gli stessi diritti: e come cittadini non possiamo accettare l’abolizione di un organismo istituzionale fondamentale.

Ma queste cose non le sanno anche i politici? Certo che le sanno. E dunque quel che hanno macchinato con l’abolizione delle provincie è fatto con precisa intenzione: ridurre la democrazia, ridurre l’autonomia dei territori, ridurre la partecipazione.

Perché? Per trasformare gli enti locali in organismi sempre più chiusi e controllati dall’alto. Sta avvenendo così anche nei comuni, dal momento che si riducono fortemente i consiglieri comunali.

Tutto è pensato a salvaguardia della casta politica centrale (regionale e nazionale) e soprattutto tutto è concepito per impedire un controllo democratico.

Noi dipendenti provinciali siamo le vittime sacrificali di questo progetto.

Noi siamo le oche da pelare senza farle strillare.

Perché non strilliamo? Forse perché siamo convinti che a questo modo ce la caveremo, limitando i danni? È un’illusione disastrosa!

La politica di tutti i governi degli ultimi venti anni ci ha sempre dimostrato che a un peggioramento ne seguirà un altro e poi un altro ancora, finché anche noi saremo in piena balia dei padroni della pubblica amministrazione, a questo punto veri padroni, perché non più eletti, ma nominati.

Il primo nemico è dentro di noi: è l’illusione di cavarsela, il convincimento che a star zitti magari la tempesta passa senza rovinarci. Oppure il suo opposto, la rassegnazione: non vale più la pena di fare niente.

Disastrose opzioni.

Noi così saremo le oche da spennare, finché avremo una piuma.

Ci furono però anche le oche del Campidoglio, come ci hanno insegnato a scuola: col loro starnazzare svegliarono i soldati romani, che respinsero i Galli.
A noi tocca recitare due parti in commedia: protestare e respingere i nuovi barbari, i distruttori del lavoro e dello stato sociale.

Tocca a noi.
Nessuno lo farà per noi.