QUANDO ANCHE L’UPI CHIEDE UNA RIFORMA DELLE PROVINCE

Roma -

QUANDO ANCHE L’UPI CHIEDE UNA RIFORMA DELLE PROVINCE

 

L’USB ha denunciato fin dal 2013 il provincicidio, individuando l’intero processo della dismissione di questi enti di area vasta e la nascita di Città Metropolitane, nate già con le armi spuntate.

 

Processo che si inscrive nella ristrutturazione selvaggia di tutto il pubblico impiego e di tutti gli Enti locali, le cui radici si affondano nel programma della Loggia P2 (Piano di rinascita Democratica), nella volontà dell’Unione Europea (lettera di Draghi e Trichet del 2011), nella riforma del Titolo V e, dulcis in fundo, nella legge del 2014 ad opera dell’allora Ministro per gli affari regionali (governo Letta) Graziano Delrio (Unione Sindacale di Base: DALLE LONTANE ORIGINI DEL PROVINCICIDIO AI LETALI EFFETTI DI OGGI).

 

Sì, esattamente quel Delrio, esponente del gruppo “Sinistra per Israele”, le cui numerose dichiarazioni contribuiscono alla normalizzazione del genocidio del popolo palestinese.

 

Processo quindi, quello che ha portato Province e Città Metropolitane ad essere enti di serie B, con una rappresentanza politica “di secondo livello” (prive quindi di una forma di governo proprio, ad elezione diretta), che certo non brilla per democrazia, tutela dei territori, offerta di servizi e giustizia sociale.

 

Il combinato disposto tra tagli passati e futuri ai bilanci, “riforme”, svuotamento di funzioni, bassi salari dei dipendenti (come in tutto il resto degli enti locali), ha portato l’UPI (Unione Province italiane) ad alzare la testa e avviare proteste, articolate su diversi piani.

 

L’UPI ha infatti presentato una proposta di legge regionale che mira:

  • a ridefinire le competenze delle Province nelle materie di competenza regionale, al fine di valorizzare le funzioni fondamentali (rafforzamento delle competenze attribuite alle Province dal legislatore statale, riconoscendone il ruolo strategico)

  • ad attribuire nuove funzioni (per favorire il coordinamento e la gestione dello sviluppo territoriale).

 

Per garantire l’efficacia di questa riorganizzazione, le Regioni dovrebbero provvede anche ad assegnare le necessarie risorse finanziarie e umane, assicurando i mezzi adeguati affinché le Province possano svolgere il loro ruolo di governo e amministrazione in modo concreto.

 

Di fatto, un superamento della legge Delrio.

 

Ma ad oggi la realtà è ben diversa: il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Matteo Salvini ha drasticamente ridotto del 70% per quest’anno e il prossimo le risorse per la manutenzione straordinaria delle strade alle Province e alle Città metropolitane.

I tagli, in realtà, ammontano a  1,7 miliardi di euro che si applicheranno fino al 2036. Soldi che saranno dirottati su alcune opere del PNRR, ma anche sulle grandi opere inutili e ambientalmente devastanti tra cui il Terzo Valico e il Ponte sullo Stretto, quest’ultimo attraverso un gioco delle tre carte che passa attraverso il Fondo sviluppo e coesione.

Si tratta di fondi che Province e Città Metropolitane avevano già preventivato, e il cui mancato trasferimento si traduce direttamente in una riduzione della sicurezza delle strade.

Per USB, quando di tratta di sicurezza, si deve spendere prima per non piangere dopo. Tanto meno lacrime di coccodrillo. Il crollo del ponte Morandi non ha insegnato niente.

L’USB ritiene che le rivendicazioni dell’UPI debbano essere sostenute, pur mantenendo fermi alcuni punti cardine.

 

Ogni materia normata a livello regionale si porta dietro una (potenziale o meno) “autonomia differenziata” che sottrae omogeneità del servizio su tutto il territorio italiano, peggiorando la vita ulteriormente le condizioni di vita delle classi popolari nelle regioni più povere.

 

Per riconquistare diritti uguali per tutti è necessario pensare ad un rewind di tutte le riforme passate che hanno portato al collasso tutti gli Enti Locali, Province e Città Metropolitane comprese.

 

Anche per questo, le proposte avanzate dall’UPI non possono non essere associate alla richiesta al governo di uno stanziamento strutturale di risorse economiche specifiche per gli Enti Locali per garantire una vera perequazione salariale tra i salari del comparto delle Funzioni Locali e quelli degli altri settori della pubblica amministrazione.

 

Questo fattore è infatti la causa del fenomeno dell’esodo del personale dal settore degli enti locali, non solo dei neo assunti, verso altri comparti più attrattivi dal punto di vista salariale e di prospettiva di sviluppo professionale.

 

L’USB Pubblico Impiego Funzioni Locali ha organizzato una raccolta di firme dei lavoratori e delle lavoratrici per presentare alle istituzioni una proposta per superare il gap salariale ad UPI di sostenere concretamente questa vertenza.

 

Qui il link per la sottoscrizione: chng.it/74J6DHWT7m

 

A PARITA’ DI LAVORO, PARITA’ DI SALARIO, DI DIGNITA’, DI OPPORTUNITA’

ABBASSATE LE ARMI, ALZATE I SALARI.

 

Venerdi 20-6-2025 sciopero generale

Sabato 21-6-2025 manifestazione a Roma contro le spese militari, contro il genocidio in palestina.

 

USB – PI Funzioni Locali