Regione Campania.Performance e Sistema di valutazione, ovvero logica premiale, arbitrio e discriminazione
Performance e Sistema di valutazione, ovvero logica premiale, arbitrio e discriminazione
Sul sistema di valutazione legato al ciclo della performance, il giudizio dell’Unione Sindacale di Base è fermo e netto già dalla sua introduzione. Una pura farsa, si potrebbe sintetizzare, se solo ciò non si traducesse in forte arbitrio della dirigenza e disparità di trattamento con gravi ricadute sul salario accessorio dei dipendenti.
E’ cosa nota a tutti che spesso i titolari di Posizioni Organizzative non vengono neanche consultati in merito alla valutazione dei/lle dipendenti, tanto che è lecito chiedersi quali siano i criteri valutativi utilizzati da dirigenti che non conoscono neanche il personale dipendente, soprattutto laddove da anni esistono gravi carenze e vuoti dirigenziali, che vengono colmati solo formalmente da interminabili interim.
A chi è dato conoscere quanti e quali sono gli obiettivi da perseguire, cui tale sistema di misurazione si uniforma??
Consideriamo senza se e senza ma, discriminatoria e divisiva la logica legata alla performance, tanto cara all’ex ministro Brunetta e che tanto male fa alla Pubblica Amministrazione.
Uno strumento in mano alla dirigenza per dividere lavoratori e lavoratrici, premiare o punire a seconda della sufficiente o meno reverenza e fedeltà alle gerarchie, nonché affiliazione alle organizzazioni sindacali firmatarie dei contratti nazionali, che in Regione Campania la fanno da padrone anche in termini di spartizione delle P.O., progressioni di carriera e premialità accessorie, legate alla cosiddetta produttività.
Un ricatto con il quale si vorrebbe stemperare la bassa condizione salariale presente in tutta la P.A. e che caratterizza da anni il lavoro pubblico in Italia. E’ tempo di cancellare tale logica premiale e punitiva che discrimina e divide, in favore di reali ed equi aumenti salariali per tutte e tutti le/i.
Per questo occorre che, oltre il giudizio di indignazione di qualche singolo o singola sigla, di cui prendiamo atto, per cui ai neoassunti in Regione Campania non può essere assegnato 100, riparta la mobilitazione nei luoghi di lavoro a difesa del salario dei lavoratori e di migliori condizioni di lavoro. E che, preliminarmente, si attivino gli organismi rappresentativi dei lavoratori nei luoghi di lavoro.
E’ grave che a più di un anno di distanza dalle elezioni, la RSU della Regione Campania, non si è mai riunita.
Nonostante fosse stata sollecitata in tal senso dal rappresentante eletto nella nostra lista, permane a tutt’oggi la sua inattività e l’assenza per poter aprire un serio e trasparente confronto su questioni di rilievo come questa, evitando ritualismi di facciata e puntando a mettere in discussione rapporti di forza sempre più gerarchizzati, relazioni umane pessime all’interno degli uffici, che facilmente sfociano in aperte umiliazioni, comportamenti antisindacali e forme più o meno evidenti di mobbing, penalizzazione per chi usufruisce di maternità e congedi parentali, mancanza di trasparenza rispetto a processi decisionali e criteri di valutazione, disparità allarmanti nella distribuzione dei carichi di lavoro che non sempre e quasi mai corrispondono ai formali incarichi di responsabilità.
È il caso di dire ci avete rotto il salario! Tenetevi la vostra performance e restituiteci dignità!
Napoli, 17/07/2023
Coordinatore Regionale USB Enti Locali Campania Domenico Chinelli
Esecutivo nazionale USB Enti Locali Dario Franco
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