Regione Lazio: BRUXELLES ADDIO
LETTERA APERTA
E’ ormai diventato un tormentone della Regione Lazio, si tratta del "mito" della riorganizzazione delle strutture regionali. Si riuscirà a far ripartire la macchina regionale e quindi a migliorare la visibilità politica della maggioranza vincitrice alle ultime elezioni? Da due anni, ormai, questa Giunta è a bordo di una macchina amministrativa che ancora non è stata messa a punto e che arranca nel pantano dell’immobilismo, o giù di lì.
Ora , "finalmente", si sta materializzando la ripresa; tra mille difficoltà, s’inizia a mettere a punto il motore amministrativo.
Tuttavia, secondo la nostra O.S., il primo atto dell’"operazione meccanica" è già cominciato con la riorganizzazione che riguarda l’Area "Relazioni con l’Unione Europea". E se il buon giorno si vede dal mattino…!
Già in data 06 dicembre 2006, infatti, la scrivente O.S. ha presentato ai soggetti regionali competenti una lettera di richiesta di sospensione del bando di selezione riguardante " …l’individuazione e l’assegnazione presso la sede di Bruxelles di n. 3 unità di personale regionale non dirigenziale, all’Area Relazioni con l’Unione Europea, di cui all’articolo 24 comma 3 del r.r. n. 1 del 2002",.
Tale richiesta era giustificata dalla discrasia presente tra il suddetto bando e quanto invece stabilito nell’accordo di contrattazione del 06/10/2006 su questo tema, per non parlare dei criteri di valutazione adottati, molto discutibili nel metodo e nel merito (30 punti per la conoscenza del francese, 10 punti per l’inglese e solo 20 punti per la somma di tutti gli altri titoli, ..ma ci faccia il piacere!...).
Oltre a ciò, si osserva che attualmente il contratto dei Dirigenti e quindi quello del Dirigente dell’Area relazioni con l’Unione Europea, è stato procrastinato al 28 febbraio p.v.. Quindi, sembra quantomeno bizzarro che si cominci la riorganizzazione della struttura regionale dai dipendenti, prima di aver definito se l’attuale dirigente sarà confermato o sostituito, per non parlare della definizione da parte della Giunta/Consiglio degli obiettivi internazionali e comunitari della Regione per gli anni a venire. Che motivo c’è di creare dei fatti compiuti. Forse è già stato deciso chi deve essere il dirigente dell’Area? Prima della riorganizzazione e della rassegnazione del posto?
E’ stato deciso che l’Area Relazioni con l’Unione Europea debba rimanere una dependance per pochi eletti, la quale non riesce ad espletare tutte le attività di competenza dell’Ufficio (v. Allegato D del Reg. Giu. vigente)? Le rare iniziative regionali sensate in ambito internazionale o comunitario provengono infatti perlopiù da iniziative autonome di Assessorati, Dipartimenti o Direzioni Regionali.
Questa O.S. chiede chiarezza sul perché non si seguono "strategie" che realizzino un’attività più ampia e di migliore qualità in ambito di progettazione comunitaria ed internazionale.
Rimane un quesito senza risposta il fatto che si voglia riorganizzare l’Area relazioni con l’Unione Europea e si mantenga, molto probabilmente, lo stesso dirigente che due anni or sono ha occupato in maniera molto discussa quella posizione nella quale ha prodotto scarsi risultati.
Si noti che la Regione Lazio impegna somme ed emette mandati di pagamento in favore della RECIS sa (società di diritto belga istituita dalle 5 regioni del centro Italia per la gestione delle sedi di Bruxelles) per ottenere il servizio di consulenza (semestrale) di un esperto la cui utilità non è chiara se non per coprire le carenze conoscitive in campo comunitario del dirigente preposto. A ciò si aggiunga che la spesa di cui trattasi ammonta a circa € 80.000 annui, quando di norma le consulenze non possono superare la cifra di € 50.000 annui (modifica al Reg. Giun.del 5 agosto 2005, n. 17).
La Regione Lazio, per i servizi di assistenza tecnico amministrativa (cap. di spesa R33508), ha pagato alla RECIS sa circa € 316.424 nell’anno 2004, € 332.431,00 nell’anno 2005 e € 334.622,00 nel 2006, mentre per gli anni a venire sono : anno 2007 € 570.00,00, anno 2008 € 750.000,00 e 2009 € 750.000,00. Altre regioni, già menzionate hanno preferito invece, investire sul proprio personale ottenendo più proficui risultati.
Qualcosa dunque non funziona: le altre regioni mostrano che, investendo più sul personale specializzato interno all’amministrazione si riescono ad ottenere migliori risultati o perlomeno minori perdite per i contribuenti.
Quindi, una maggiore attenzione alla selezione del personale, un criterio di meritocrazia in funzione delle capacità realmente possedute beneficerà tutti: i dipendenti, che probabilmente faranno un lavoro più soddisfacente, i contribuenti, che la prossima volta andranno a votare, i politici che forse avranno maggiori possibilità di essere rieletti.
La riorganizzazione regionale, con questo suo primo atto, è a nostro modesto giudizio partita con il piede sbagliato, poiché perpetua le medesime logiche ed azioni della precedente Giunta, senza dare alcun segno di discontinuità.
Chiediamo pertanto, a questa amministrazione, di dare un forte segnale di democrazia e trasparenza, sospendendo l’esecuzione del discutibile bando, di uscire dalla logica meramente premiale, di dare spazio al merito sulla base delle reali competenze e di titoli riscontrabili.
Solo con una tale assunzione di responsabilità, da estendere all’intera riorganizzazione in atto, l’attuale Giunta sarà in grado di riconquistare la fiducia dei cittadini e dei suoi stessi dipendenti.