Regione Lazio. È ORA DI DIRE BASTA!
In allegato il volantone
In questa fase drammatica di crisi economica, che rischia di diventare anche sociale, i nostri politici ed i nostri Direttori si comportano come chi obbligava l’orchestra del Titanic a suonare come se tutto fosse normale, per spingere la gente a ballare mentre la nave affondava!
Ma forse essi non si accorgono che ogni loro azione può oggi diventare la scintilla che fa scoppiare la polveriera su cui sono seduti, con conseguenze inaspettate.
Per politici intendiamo TUTTA LA CLASSE POLITICA E SINDACALE AD ESSA COLLEGATA. Da qualche anno e soprattutto dal mese di dicembre stiamo assistendo ad un’azione amministrativa, nei confronti del personale regionale, che ha il sapore della provocazione.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, è l’ultima polemica in atto tra CISL e sindacalismo pseudo-autonomo da un lato e CGIL-UIL dall’altro, con la partnership dell’Amministrazione.
CISL & co. decidono di sospendere l’esecutività di un contratto decentrato, che definire PORCATA è un’offesa ai paciosi suini.
Se ne deduce facilmente che qualcuno sta facendo il gioco delle tre carte con i soldi dei lavoratori:
- il 17/12/2008 si firma un accordo sul riparto del fondo salario accessorio 2008;
- il 18/03/2009 si firma nuovamente e inaspettatamente lo stesso accordo, a cui però si aggiunge il personale delle segreterie politiche e di quelle dei direttori;
- subito dopo aver firmato i solerti sindacalisti della CISL & co. si accorgono di aver firmato una cosa ancora più vergognosa di quanto avessero pensato, e quindi ritirano la firma, pur continuando a sostenere che gli aumenti al personale si possono dare ugualmente;
- infine, il 31/03/2009, gli stessi sindacati che per il personale della Giunta fingono di scontrarsi, concordano invece la ripartizione della parte del fondo destinato al personale del Consiglio.
Questo lascia intendere, seppure con linguaggio volutamente oscuro, che il loro dissenso riguarda qualcosa che esula dall’accordo (ditelo chiaramente per favore! Riguarda forse la quantità di soldi destinata alle segreterie politiche ed amministrative?).
A questo punto la CGIL si arrabbia perché teme che, a continuare così, i Lavoratori capiscono il gioco.
(“E la regina? Allatta! - E er Principino? Succhia!
E er popolo? Se gratta!”-Trilussa)
Ma torniamo alle ultime vicende sia contrattuali, che extra contrattuali:
- i dipendenti regionali di categoria A- B- C e gli “apicali”, con questi accordi sulla ripartizione del fondo del salario accessorio, subiscono l’elemosina di un adeguamento falso e ridicolo dello stipendio: la contropartita è infatti la riduzione drastica dello straordinario. Proprio le fasce retributive più deboli, prive di altre indennità, ma solitamente destinatarie del lavoro straordinario, nonostante l’adeguamento contrattuale subiranno paradossalmente, di fatto, una riduzione del loro stipendio (altro che adeguamento!). Tutto questo per permettere di rimpinguare le tasche di chi già percepisce (con dubbio merito) notevoli compensi;
- come è noto sono state predisposte progressioni verticali utilizzando criteri discriminatori e procedure poco trasparenti, sulle quali abbiamo polemizzato con limitati esiti pratici ed il cui risultato, comunque, grazie alle nostre denunce, rimane ancora “sub iudice”, ancor più dopo le affermazioni senza pudore sui cosiddetti “pizzini” rilasciate dall’ex assessore Di Stefano;
- nel mese di dicembre u.s. alcuni dipendenti regionali e di altre amministrazioni, tra cui l’allora coordinatore RSU, nonché segretario aziendale CISL, diventano dirigenti in virtù di una procedura, a dir poco, scandalosa dal punto di vista giuridico-amministrativo, per non parlare di quello politico: in sostanza si attinge a una graduatoria del concorso di un altro ente per conferire gli incarichi dirigenziali: solo che l’ente che ha bandito il concorso è un ente in liquidazione!
- a gennaio, si “gonfia” la dotazione organica della dirigenza per poter artificialmente disporre di un numero maggiore di posti da affidare a soggetti esterni (in realtà dovrebbe trattarsi di un modo per assorbire ex collaboratori della giunta Veltroni in esodo forzato dal Comune di Roma per opera del sindaco Alemanno);
- inoltre s’indicono bandi pubblici per il reclutamento di “particolarissime professionalità” che non sarebbero reperibili all’interno dell’amministrazione, salvo verificare - quando si affidano i primi incarichi - che queste particolari professionalità non sono per nulla necessarie in relazione alle competenze della Regione e comunque risultano già ampiamente coperte dai dipendenti di ruolo;
- l’Amministrazione (con il duo Gesualdi-Menna per intenderci) ha presentato al tavolo negoziale un contratto integrativo la cui parte normativa, che riguarda il personale di categoria D, è in palese contrasto con il sistema previsto nel contratto nazionale.
A questo punto, partendo anche dai fatti già dichiarati illegittimi - quali “la perequazione” - e da altri, sui quali la magistratura ancora non si è espressa, facciamo un breve riassunto dei rospi che i Lavoratori e le Lavoratrici della Regione Lazio hanno ingoiato in questi ultimi anni “alla faccia della meritocrazia!”
1 - I ricchi consiglieri regionali stanno approvando, in fretta e furia, con un accordo trasversale a tutte le forze politiche, una leggina che consolida lo scandalo della perequazione a favore di 600 dipendenti e a svantaggio della possibilità di una corretta carriera per i restanti 3.000 lavoratori, fregandosene della sentenza del TAR e dell’Ordinanza del Consiglio di Stato e ponendosi in contrasto con la Costituzione italiana.
2 - Concorso per 100 posti da dirigente, poi esteso a 162, con una procedura abnorme (legge di proroga di una legge di proroga). Oltre alla procedura discutibile, è in dubbio il possesso dei titoli per partecipare al concorso da parte di qualche vincitore.
3 - Molti degli attuali dirigenti, sono diventati tali in forza di un articolo di legge regionale (art. 24 della L.R. 29/03) concepito proprio con lo scopo di fregare i “poveri cristi” meritevoli ma che non hanno “santi in paradiso”.
Per chi non lo rammentasse riepiloghiamo le procedure:
a) si fa indire, ad una Comunità Montana in liquidazione, un concorso per dirigenti (non necessari in quella sede perchè in via di scioglimento); una volta nominati i vincitori e gli idonei, questi vengono “assorbiti” dalla Regione, da alcune Agenzie Regionali e dal Ruolo Enti Parco, con la loro nuova qualifica dirigenziale, in applicazione del predetto articolo di legge regionale.
b) lo stesso procedimento è stato adottato “utilizzando” un Comune del Lazio, che ha per Sindaco un ex funzionario regionale della giunta Storace, “vicino” ad alcuni attuali Direttori regionali, il quale ha indetto un concorso per dirigenti, pur non potendoli avere in dotazione organica. A questo concorso, hanno partecipato alcuni funzionari regionali, “casualmente” informati del bando.
Questi ultimi erano talmente ben preparati che la commissione esaminatrice, composta “ad hoc” da quegli stessi Direttori regionali “vicini” al Sindaco, li ha decretati vincitori ai primi posti! Ma i vincitori non potranno prendere servizio in quel comune, non potendo risultare in dotazione organica. Potranno invece giocarsi la “carta vincente” come dirigenti in Regione!
4 - altri dirigenti, “più sfortunati”, sono stati costretti a passare per l’Ente Parchi. Anche in questo caso qualche perplessità sovviene nel vedere che la firma del dirigente regionale che autorizza il passaggio è la stessa di quella del dirigente dell’Ente Parchi.
5 - In barba a tutti i principi di giustizia, trasparenza, economicità, efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa si indicono bandi per il reclutamento all’esterno di particolari professionalità, col falso pretesto che non sarebbero reperibili all’interno dell’Amministrazione!
6 - Alla fine del corrente mese di aprile, a fronte dei risparmi perpetrati sul personale dipendente, i nostri cari Dirigenti percepiranno la modica cifra di € 18.900,00 ciascuno, come retribuzione di risultato per l’anno 2008.
Se pensiamo al buco della sanità, che tanti sacrifici ci sta facendo fare a tutti, sia come cittadini (ticket, ritardi ecc.) che come dipendenti, ci fa venire in mente ciò che sta succedendo in America con i manager che ricevono milioni di dollari nonostante abbiano fatto fallire le imprese che dirigevano, oppure, per non andare tanto lontano, quelli dell’Alitalia con le enormi liquidazioni percepite per il disastro che hanno combinato. E quanto ci è costato? 3 miliardi di euro!!!
Questa vergognosa spartizione si sta facendo con i soldi dei cittadini e dei lavoratori regionali.
Perciò a questo punto diciamo
BASTA!
Basta! Con gli aumenti destinati ai pochi privilegiati delle segreterie!
Basta! Con gli incarichi dirigenziali dati ai soliti raccomandati che passano per concorsi farsa nelle Comunità Montane e/o tramite l’Ente Parchi!
Basta! Con l’ammissione ai concorsi di concorrenti senza titolo!
Basta! Con le verticalizzazioni scarsamente trasparenti!
Basta! Con i benefit indiscriminati ai dirigenti!
Basta! Con il tentativo di far pagare i costi di tutto questo ai dipendenti regionali in termini di ridotta disponibilità del budget per lo straordinario, di tentativo di azzerare le indennità di disagio e di rischio, di riduzione della spesa per il miglioramento della qualità di vita quali l’eliminazione delle situazioni di pericolo, la realizzazione dell’asilo-nido ecc.!
Basta! Con la riduzione del buono pasto a € 10,00 lordi contro i 10,00 netti precedentemente concordati!
Per questi motivi, prima di arrivare all’extrema ratio di intervenire presso le sedi istituzionali competenti per bloccare questi ripetuti attacchi alla democrazia e al rispetto delle regole, lottiamo per vedere finalmente riconosciuti i diritti di tutti quei Lavoratori e quelle Lavoratrici che quotidianamente svolgono il loro dovere al di fuori dei favoritismi e dei “treni politici” di turno,
Chiediamo un incontro con il
Presidente Marrazzo
perché intervenga con urgenza!
Quello che difendeva i diritti dei cittadini e per il quale
i nostri diritti sono per Lui un dovere!