Regione Lazio. Trasferimento ARDIS: come spolpare lo Stato per ingrassare il privato!

Roma -

Recentemente la Regione Lazio ha deciso di trasferire la sede del'ARDIS di Via Monzambano, 10, di proprietà del Demanio, presso la struttura di Via del Pescaccio 96/98 di proprietà di una società immobiliare privata.



Già a partire da maggio del 2012 i dipendenti dell'ARDIS hanno sottolineato come fosse antieconomica l'ipotesi di tale spostamento, oltre a essere del tutto inopportuna l'individuazione di una sede periferica, lontana dal bacino fluviale del Tevere, per motivi logistici, organizzativo e di pronto intervento, nonché dal punto di vista ambientale e di mobilità per le conseguenti ricadute negative sul trasporto pubblico che vanno a gravare direttamente sul personale, sull'utenza e sui cittadini.


È paradossale e insostenibile anche il fatto che la Pubblica Amministrazione sempre più spesso ricorra a prendere in locazione immobili privati, a canoni decisamente non popolari e come al contrario conceda i propri edifici in favore di attività produttive a canoni stracciati (ad esempio 500 mq sul lungotevere Flaminio, di proprietà del Demanio, concessi a poco più di 2.000 € annui a un bar ristorante). Sulla scorta di queste palesi contraddizioni, la Regione Lazio, a nostro avviso ha il dovere di intervenire, ricontrattando con il Demanio i canoni di locazione e cercare di ottenere in convenzione nuovi edifici pubblici per abbattere gli esorbitanti costi degli immobili privati.


Sulla questione dell'immobile di Via del Pescaccio, poi, va detto che lo stesso è accatastato come opificio, il che potrebbe far pensare a una vera e propria elusione fiscale, da pare della società immobiliare, nel qual caso la Regione si renderebbe complice essendo locataria di un bene che utilizza per altre destinazioni. Lo stesso fabbricato, inoltre, risulta non essere agibile per uffici e servizi e attualmente presenta diversi inconvenienti di carattere igienico-sanitario che stanno compromettendo la salute e la sicurezza dei lavoratori.


Crediamo che sia attuale e necessario invertire questa rotta, dobbiamo riappropriarci dei beni pubblici ed evitare che speculatori privati, con la complicità dei politici di turno, si arricchiscano sulla pelle e la salute di lavoratori e cittadini.


Per questo abbiamo chiesto alla Giunta Zingaretti, l'immediata revoca del trasferimento, visibile a questo indirizzo: <

bit.ly/1bYouBX

>.


Per chi fosse interessato ad approfondire la questione, è possibile anche leggere e scaricare le istanze ben argomentate fatte dal personale ARDIS:

  • qui quella del 07/05/2012 <<link http: bit.ly _blank external-link-new-window>bit.ly/1bGJqM6>;

  • qui quella del 14/11/2012, con visure catastali allegate <<link hhttp: bit.ly ir4kg1 _blank external-link-new-window>bit.ly/IR4kg1>;

  • qui l'ultima del 15/11/2013 <<link http: bit.ly _blank external-link-new-window>bit.ly/19EcQWU>.