Riforme delle Province: ddl Delrio in Senato

In allegato Volantino e dossier n° 93 del Senato

Roma -

Il disegno di legge sulle Province e Città Metropolitane presentato dal Ministro Delrio è approdatoin Senato ed è stato assegnato alla 1° commissione permanente (Affari Costituzionali), in questi giorni è previsto l'inizio della discussione parlamentare e la presentazione degli eventuali emendamenti.

 

Il testo sottoposto ai Senatori prevede che, come richiesto dall'USB P.I. durante l'incontro con ilMinistro, anche la Città Metropolitana di Roma Capitale, venga considerata alla stregua delle altre9 città metropolitane italiane previste. Alla data del 30 settembre 2014 tutte le città metropolitane succedono sul territorio alle Province, in tutti i rapporti attivi e passivi esercitando le funzioni di quest'ultime, salvo quanto previsto dall'art.3 comma 9 del disegno di legge.

 

Infatti è previsto che, se tra il 1 luglio ed il 30 settembre 2014, un terzo dei comuni confinanti,compreso nel territorio della città metropolitana, determini la volontà di non aderire e di continuare a far parte della Provincia omonima, la stessa continui ad esercitare le proprie funzioni nel territorio dei comuni che hanno manifestato tale volontà.

 

Viene così lasciata la possibilità di creare nuovi centri di costo, come denunciato dalla Corte deiConti nell'audizione in commissione alla Camera, a favore di politici locali, sulle spalle deilavoratori che dovranno sobbarcarsi gli oneri maggiori come il trasferimento al nuovo enteProvincia ed un salario accessorio minore. Per non parlare poi dei costi della ripartizione definitiva del patrimonio e delle risorse tra i due enti.

 

Nel disegno di legge non viene risolta la questione del futuro dei lavoratori di tutte le altre Province rimanenti, in questi enti, le continue modifiche nell'attribuzione delle funzioni, creano maggiori esuberi e grandi incertezze sulle famiglie del personale coinvolto.

 

Per l'Unione Sindacale di Base lo stato di emergenza continua, questo testo non migliora lecondizioni salariali dei lavoratori, e non tiene conto del blocco dei contratti che prosegue e delcosto della vita che aumenta di giorno in giorno. Per non parlare poi degli eventuali esuberi chesono presenti anche in caso di passaggio da Provincia a Città metropolitana. Che si vogliaisparmiare con la riduzione del personale oramai è chiaro a tutti, lo stesso Commissario Straordinario per la spending review, ha dichiarato che si risparmia di più se la fusione tra due enti porta ad una riduzione del personale.

 

Serve al paese una riforma seria degli enti locali e delle regioni che preveda l'ammodernamentodel cosiddetto ente di area vasta che deve avere funzioni esclusive proprie, come nel restod'Europa. Devono essere previste le Città Metropolitane nelle maggiori città italiane con l'estensione territoriale della Provincia che andranno a sostituire e devono essere garantiti tutti i livelli occupazionali dei lavoratori, mantenendo il trattamento economico ed il salario accessorio.