RINNOVO CONTRATTUALE E RICADUTE AL COMUNE DI TERNI
RINNOVO CONTRATTUALE E RICADUTE AL COMUNE DI TERNI
Leggendo, non senza fatica, le 17 pagine della direttiva che il governo ha inviato all’Aran per l’avvio del percorso per il rinnovo contrattuale, si evidenzia:
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Che le risorse non sono ancora state trovate e che “gli impegni sottoscritti, (i famosi 85 euro lordi di media), rimangono così subordinati al reperimento delle risorse finanziarie necessarie”.
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Che il famoso “Welfare Contrattuale”, è a carico dei lavoratori, visto che la copertura deve essere ricercata nell’ambito delle risorse destinate alla contrattazione nazionale ed integrativa,
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Che per la “Previdenza Complementare”, (un flop gigantesco! 33.000 aderenti su una platea di 1.400.000 dipendenti), il governo auspica incrementi ma specifica che, ogni possibile soluzione orientata ad incentivare ulteriormente le iscrizioni, dovrà trovare copertura finanziaria all’interno delle risorse contrattuali.
Si destruttura tutto ciò che era pubblico per renderlo fruibile in forma privata, dietro il pagamento che avverrà sotto forma di “risorse contrattuali”. Come definire tutto questo se non INACCETTABILE?
Mentre lo sviluppo di queste azioni da parte del governo sono in divenire, al Comune di Terni si inizia di nuovo a parlare di Progressioni orizzontali e così l’Assessore al Bilancio e al Personale, come si era impegnato a fare negli incontri con tutte le OO.SS. e soprattutto in quello con la RSU, ha convocato le parti per discutere della materia. Data utile il prossimo 12 Luglio.
Per quanto riguarda il reperimento delle risorse necessarie, giova ricordare che l’unica cosa giusta che la Legge Madia ha prodotto è il blocco dei tagli del salario accessorio. Ha però, contestualmente, purtroppo specificato che l’ammontare massimo del Fondo cui si dovrà far riferimento per il corrente esercizio, è quello del 2016 e non potrà essere aumentato per nessuna ragione.
Questo vuol dire che il taglio perpetrato nei confronti del salario accessorio del Comune di Terni dal 2010 ad oggi, per circa 450.000€ è ormai irreversibile, (tanto ci costa aver accettato cattivi consigli come quello della R.g.S.), ma almeno dal 2017 a seguire, se questa prassi verrà consolidata, non dovremo più assistere alle decurtazioni del Fondo.
Ad oggi quindi tutte le risorse che, a vario titolo, rientreranno nel Fondo dai pensionamenti, potranno essere utilizzate per nuove progressioni; esamineremo con attenzione i conti che l’A.C. porterà in visione.
In questo frangente però, leggere che finalmente anche la Uil, dopo Cgil, Csa ed altri, hanno preso atto della necessità di modificare il Contratto Decentrato per la migliore attuazione dell’istituto delle progressioni orizzontali, è per l’USB motivo di grande soddisfazione.
Sono almeno 3 anni che l’USB va ripetendo in ogni dove, che quel limite del “50% degli aventi diritto” oltre il quale, ad oggi, non era possibile attivare il famoso scattino, andava tolto! Meglio tardi che mai.
Ma basta per compiere un atto di giustizia e far completare il ciclo delle progressioni a tutti? No, non basta.
Sempre nel Contratto Decentrato infatti, è stato previsto l’obbligo di permanenza nella categoria economica di appartenenza per un periodo di 24 mesi, mentre il D.Lvo 150/2009 famosa “Legge Brunetta” indica “ALMENO 24 mesi”.
Inserire il termine ”almeno” darebbe la possibilità di prevedere un tempo di permanenza più lungo e migliorare concretamente le probabilità di poter far accedere alla progressione tutti coloro che, in questo biennio, ancora non ne hanno beneficiato.
Ancora una volta l’USB con trasparenza e competenza mette in campo le proprie proposte che, come sempre fatto, saranno riproposte in RSU, certi come siamo che solo lavorando insieme si possono cogliere i migliori obiettivi possibili per i lavoratori.