Roma. A COLPI DI SÒLE! Tra buchi di bilancio, armi ai vigili urbani, commissioni bipartizan e lo stallo dei servizi sociali se n'è andato il quarto mese della nuova gestione

In allegato il volantino

Roma -

È ancora presto per valutare il nuovo corso, ma abbiamo il forte sospetto che al di là dei proclami e delle iniziative di facciata la nuova amministrazione non abbia ancora delineato una propria strategia d’intervento rispetto alle politiche cittadine.


Il grido di allarme rispetto al buco di bilancio (ormai ad ogni cambio d’amministrazione sia nazionale, che locale bisogna assistere a questa pantomima) si utilizza strumentalmente per non agire o per bloccare le erogazioni di denaro verso ditte, società, professionisti in quota all’altro schieramento.


Del resto ogni amministrazione pubblica è “naturalmente” esposta all’indebitamento per finanziare la realizzazione di opere pubbliche.


Il problema vero è costituito invece da un bilancio colabrodo in cui vengono considerate entrate che non è detto si realizzino.


Altro grosso problema è costituito dalla liquidità (la disponibilità materiale di soldi in cassa)   che costringe l’amministrazione a ricorrere ad anticipazioni (che costano) a meno di non bloccare i pagamenti nei confronti di fornitori e dei dipendenti.


Ma dietro le questioni di facciata c’è un aspetto più concreto che ci riguarda più direttamente: sia come cittadini, che come Lavoratori del Comune di Roma.


Tanto la gestione di Veltroni (a consuntivo), che quella di Alemanno (preventivo) non fermano il flusso degli sprechi (vedi la vicenda del parcheggio del Pincio: non bastava quello di Villa Borghese?)


Oppure, per rimanere nell’ambito delle politiche del personale, basti pensare alla perfetta continuità riguardo il sistema di rilevazione delle presenze JTime (costato 8 milioni di Euro oltre agli interventi di aggiustamento successivi), o – ancora – alla scelta di affidare la costruzione e la gestione di 4 nidi con il sistema del project financing (un milione l’anno a nido, per 25 anni,
regalati ai privati) e così proseguendo.


Inoltre l’analisi degli ispettori ministeriali sulla situazione di bilancio ha messo in luce quasi 900 Milioni di Euro anticipati dal Comune alle proprie società su cui non v’è certezza di recupero!


 Quindi la privatizzazione delle aziende capitoline – che avrebbe dovuto migliorare la gestione di questi servizi, un tempo pubblici – continua a ricadere interamente sulla collettività.


Eppure, nonostante le criticità finanziarie il nuovo sindaco non esita ad aprire nuovi fronti di spesa.  Ci riferiamo alle armi per i vigili urbani (oltre al costo delle armi vanno aggiunti quelli per le strutture e gli inevitabili costi sociali) o al ventilato “incoraggiamento” al prepensionamento del personale dirigenziale: modo indolore per accompagnare verso l’uscita i dirigenti “non allineati” (un giochino che solo a Firenze è costato finora 1 milione 700mila euro).


Viceversa non è ancora stata individuata una via d’uscita alla condizione di precarietà di migliaia di persone (impegnate sia nei servizi amministrativi, che in quelli scolastico-educativi, che nei vigili urbani), anche a  causa delle intemperanze del governo nazionale che ha bloccato i percorsi di stabilizzazione a partire dal 2009.


Così come arranca la riqualificazione del personale interno conquistata con fatica al termine del mandato di Veltroni.


Ci sembra che allo stato attuale l’unico forte cambiamento proposto (l’idea di Roma come distretto federale) si scontri con gli irrigidimenti del governo sul fronte della spesa e sulla ritrosia della Lega.

 

 

RdB è invece dell’avviso che l’unico segno di cambiamento vero, che la città si aspetta, è quello di fermare la corsa agli appalti esterni e alle privatizzazioni e di avviare un percorso attraverso cui riqualificare e rimotivare il personale interno, stabilizzare il personale precario e riassorbire – all’interno dell’ente – quei servizi che sono stati esternalizzati.