ROMA CAPITALE: USB, PRECARIE E CONTRATTO IN ALTO MARE. SABATO 19 MARZO TUTTE E TUTTI IN PIAZZA

Corteo da Piazza Vittorio a piazza del Campidoglio – ore 16.00

Roma -

 

COMUNICATO STAMPA

 

Dopo una due giorni di trattative in Campidoglio con le parti sociali, la gestione commissariale guidata dal Prefetto Tronca non è riuscita a tirar fuori nessuna soluzione, né per il futuro occupazionale delle 5 mila precarie di nidi e scuole d’infanzia, né sul salario accessorio e la definizione del fondo per gli anni 2015 e 2016.

 

I tecnici si sono trincerati dietro il “non si può fare perché la legge non lo prevede” e sono orientati

a proseguire nella logica dell’unilateralità, inizialmente criticata ma oggi tornata in auge, andando avanti nell’elaborazione di un piano assunzionale che scontenta tutti coloro che da anni attendono risposte.

 

L’amministrazione non dà soluzioni neanche per i vincitori dei concorsi pubblici e boccia come impraticabile ogni proposta di stabilizzazione del personale precario che ha superato i 36 mesi di contratto e che per legge deve essere assunto a tempo indeterminato. Ma c’è di più: ammette che con i 57 milioni di euro non spesi e finiti a ripianare i buchi e le nefandezze ereditate dal sistema di Mafia Capitale si potevano assumere 2.000 persone, nonostante le leggi ultra restrittive attualmente in vigore sul turn over nella P.A. Tuttavia si sceglie un’altra strada, quella di tagliare sul personale. Per avvantaggiare chi e che cosa? Nuove privatizzazioni? La chiusura a settembre di decine di asili nido e scuole dell’infanzia comunali?

 

In ballo non c’è solo il futuro occupazionale di oltre 5.000 persone e la salvaguardia degli stipendi dei 23.000 dipendenti capitolini, ma anche quello dei servizi alla città.

 

Per questo l’USB promuove, insieme numerose altre realtà sociali, la manifestazione cittadina di sabato 19 marzo ROMA NON SI VENDE, con corteo da piazza Vittorio Emanuele a piazza del Campidoglio dalle ore 16.00, per far sentire alta la voce di chi non accetta la logica del disfacimento del welfare cittadino, del licenziamento di migliaia di persone e della precarizzazione di tutti i rapporti di lavoro.