Roma. CHI VUOL ESSER SERVO SIA…

In allegato il volantino e la documentazione

Roma -

Da pochi giorni è stata formalizzata l'ipotesi di contratto decentrato del comparto, da parte dell'amministrazione Capitolina, con un quadro completo per ogni settore di lavoro.

 

Il primo dato che emerge conferma che lo spettro della relazione del MEF, è stato solo uno strumento per tagliare (altro che revisione della spesa) in maniera massiccia il salario accessorio compensandone qualche perdita (solo per pochi eletti) al fine di rabbonire gli animi almeno di una parte di dipendenti.

 

Non sembra un problema il consenso di cgil, cisl e uil: basta mettere sul piatto della bilancia le posizioni organizzative nel settore scolastico educativo (pallino della cisl); l'articolazione oraria per turni degli Ufficiali di Anagrafe, degli autisti, dei sorveglianti ai Musei e operatori delle spiagge (territorio della uil) e triplicare le posizioni organizzative nella polizia locale (che soddisfano tutte e tre). Ma la cgil cosa ne guadagna? Solo la pacca sulla spalla da parte di Marino o di Nieri?

 

Per la maggior parte di noi le condizioni di lavoro peggioreranno notevolmente, perché saremo costretti ad accettare orari più dilatati in cambio di una retribuzione accessoria più bassa.

 

Ma l’aspetto che riteniamo più odioso è l’inginocchiamento a cui vorrebbe costringerci questa giunta “rivoluzionaria”! Prova più evidente il settore scolastico-educativo dove si passerà da un sistema pedagogico (sempre di più messo sotto attacco) a uno gerarchico cameratesco.

 

Questi indomiti innovatori vorrebbero ergersi a salvatori della patria e additare noi come i responsabili dello sfascio (ricordate la campagna sui fannulloni?). Da qui il taglio dei nostri salari e la volontà di farci sentire servi, mentre essi si rappresenteranno come paladini del rinnovamento.

 

Nessun cortigiano verrà toccato tra quell’alta dirigenza che “inventa” le migliori soluzioni per noi e che produce tanta carta inutile per misurare le nostre performance.

 

Per quanto ci riguarda (e lo ripeteremo fino alla noia) la trattativa sul contratto decentrato del comparto, potrà avere efficacia solo se si volgerà lo sguardo e le dovute attenzioni su ciò cui il rapporto del MEF puntava maggiormente l'indice:

- la lievitazione del contratto decentrato della dirigenza;

- l’inutilità e i contratti di servizio capestro delle Società partecipate;

- le assunzioni Interinali pur in presenza di graduatorie concorsuali valide;

- i bilanci poco trasparenti (per usare un eufemismo).

 

Crediamo che non può esserci revisione contrattuale fino a che il Governo non si siederà con le parti sociali per il rinnovo (anche economico) del Contratto Nazionale, e di questo siamo pronti a chiedere conto a quanti apporranno la propria firma sulla mostruosità che stanno partorendo.

 

Crediamo che debbano essere sanati i rapporti di lavoro precario, che debba essere dato spazio all’utilizzo delle graduatorie interne e dei concorsi pubblici, recuperando almeno in parte i vistosi vuoti d’organico esistenti in tutti settori. Così come pensiamo che l’aumento delle posizioni organizzative (se necessarie) debbano essere pagate utilizzando il fondo della dirigenza.

 

Ma non basta contestare. Occorre una precisa presa di coscienza e di posizione di quanti il 6 giugno scorso sono stati defraudati della loro rabbia e della loro angoscia, che hanno creduto alle parole di chi prometteva che non si sarebbe mai seduto a contrattare al ribasso un contratto che aveva superato tutti i controlli di legittimità possibili al fine della sua validità.

 

USB non promette soluzioni miracolistiche, ma vi offre una possibilità alternativa purché siate disposti a cambiare. Non solo cambiare sindacato, ma modo di essere, di stare al mondo. Per riprendere in mano il proprio destino, in moltissimi casi, con grande coraggio e un briciolo di umiltà.

 

USB non accompagnerà al disastro le funzioni pubbliche di Roma Capitale o verso l’esternalizzazione dei servizi, ma li difenderà con le unghie e con i denti.

 

RIPROGETTIAMO I SERVIZI PUBBLICI INSIEME AI LAVORATORI CHE VI OPERANO, PER IMPEDIRNE LA SVENDITA