Roma. FORI ROMANI
In allegato il volantino
Nonostante i buoni propositi manifestati in campagna elettorale, il neo sindaco capitolino necessita ancora di una messa a punto.
Roma è di per sé una città complicata da gestire, una città dove si annidano sacche di privilegio e larghi strati di miseria, dove il potere dei palazzinari resiste inalterato da decenni e dove non si muove foglia che Vaticano non voglia.
Ignazio Marino si è proposto come un fautore del cambiamento, ma i suoi primi 100 giorni sembrano passati senza grandi segnali di discontinuità.
Molte le aspettative provenienti dal personale che – negli anni della giunta Alemanno e dei governi Berlusconi e Monti – si è visto messo all’angolo, mortificato nella professionalità e additato come inefficiente e fannullone.
USB continua a pensare che il personale sia la prima risorsa su cui investire e che se emergono sacche d’inefficienza o di vera e propria corruzione questo è dovuto principalmente alla responsabilità dell’alta e altissima dirigenza di questa amministrazione (al pari di altre) in cui occorrerebbe saper amministrare, più che saper comandare.
E a proposito di comando saremmo ben lieti di vedere segni tangibili di cambiamento nel corpo della Polizia Locale di Roma Capitale.
Un Corpo che vorremmo veder organizzato per raggiungere gli obiettivi di interesse della cittadinanza e non quelli – economici o programmatici – dei dirigenti. Che gradiremmo rafforzato nella funzione di vigilanza urbana (che ha funzione preventiva) e non in quella di polizia (che ha funzione repressiva). Un Corpo in cui non si assista alla moltiplicazione e all’invenzione di strutture di comando solo per assecondare l’elevato numero di categorie D. Un corpo in cui si ridimensioni la quantità di ore di straordinario in cambio di assunzioni. E che sia pagato in modo decoroso senza ricorrere ad artifici contrattuali che fanno apparire questa categoria come corpo estraneo alla comunità capitolina. Su questo vorremmo veder spendersi i nostri colleghi vigili, anche in occasione del prossimo sciopero del 18 e non soltanto su chi sarà il prossimo comandante.
E che dire delle aspettative di quegli idonei nei concorsi interni che il 31 Dicembre vedranno scadere le graduatorie che li riguardano?
Possibile che non sia pensabile neanche la proroga di quelle graduatorie (a costo zero) lasciando così aperto un briciolo di speranza a chi ha già dimostrato la propria idoneità e invece vede accedere alle posizioni cui ha concorso, soggetti presi dall’esterno senza alcun concorso?
Possibile che non si possa prevedere di investire risorse in scuole e nidi, anche a mezzo di un corso-concorso che sani le aspettative di centinaia di precari del settore o di assumere quei precari (in tutte le famiglie professionali) che sono ormai strutturali?
Infine chiediamo a tutti i nostri colleghi di lavoro: possibile che tolleriamo inerti di non ricevere alcun aumento contrattuale da 4 anni nel silenzio dei sindacati di regime? Possibile che abbiamo digerito solo con un po’ di mugugno l’eliminazione del “cambio assegno”, il blocco delle progressioni orizzontali, le riduzioni previste da Brunetta (compresi i recuperi sulle lunghe), mentre proliferavano improbabili direzioni d’area o incarichi “ad interim” per la dirigenza?
Per realizzare i cambiamenti si comincia dallo sciopero e dalla manifestazione del 18 Ottobre