Roma. I CONTI DELLA SERVA. Lo spauracchio del dissesto agitato dai nuovi amministratori non ricada sui cittadini e sui lavoratori

In allegato il volantino

Roma -

Da qualche giorno assistiamo a indecorosi balletti circa le cifre della voragine economica che sta per inghiottire il Campidoglio. Tuttavia non vi è traccia di amministratori disposti a dare risposte politiche concrete a quello che è un problema vero.


RdB non ritiene possibile considerare – come si sta facendo – solo le “compatibilità economiche” quando si ha a che fare con l’erogazione dei servizi alla cittadinanza.   Cittadinanza, lo ricordiamo per inciso, che già paga le tasse e che in più di una circostanza contribuisce una seconda volta - attraverso il pagamento di tariffe - all’erogazione di specifici servizi (trasporto pubblico, servizi educativi, servizi culturali, certificazioni, etc.).


RdB ha denunciato in molte occasioni gli sperperi provocati da una gestione “personalizzata” che hanno attuato le passate giunte comunali e che vorremmo non dover contrastare nuovamente.


Soprattutto sul fronte delle spese per il personale è evidente che la valorizzazione del personale interno e la decisa rinuncia alla moltitudine di collaborazioni e di dirigenze esterne procurerebbe un consistente risparmio di soldi.


L’irrazionalità di alcune delle attuali leggi inibiscono al Comune di Roma risorse economiche e personale adeguate alla dimensione della città (Roma dispone di 1 dipendente ogni 99 abitanti, mentre in città come Milano e Torino il rapporto è circa 1/70), senza considerare che le esigenze della città Capitale imporrebbero ben altro genere di investimenti (basti guardare quanto accade a Londra, a Parigi, a Berlino, a Madrid).


RdB propose fin dal 2001 – all’indomani del referendum confermativo delle modifiche costituzionali apportate dall’allora maggioranza di centro-sinistra – di dotare la nostra città di un trattamento speciale che riverberasse i suoi effetti sia sui cittadini che sui lavoratori.


Idea che abbiamo lanciato nuovamente in occasione delle RSU del 2007 - anche allo scopo di limitare le attività di autoamministrazione che l’ente disperde nel controllo di sé stesso - proponendo una indennità di area metropolitana onnicomprensiva che tenesse conto del disagio cui è sottoposto il dipendente capitolino.


Non sappiamo se questo trovi aderenza in quell’idea di “distretto federale” lanciata dal viceSindaco e Senatore Cutrufo (è proprio necessario il doppio incarico?) certo è che se si vuole lasciare il segno del cambiamento nella nostra città è il momento di spendere e non di lesinare.


Stessa storia riguarda i servizi.   Abbiamo apprezzato le aperture del neo Assessore Marsilio sul rilancio dei servizi educativi, ma non è possibile accettare che siano lavoratori e cittadini a dover pagare il prezzo della politica del “taglio del nastro” di Veltroni, quando si potrebbe risparmiare andando a verificare i prezzi dei molti appalti gonfiati, delle manutenzioni malamente effettuate, delle spese esternalizzate che potrebbero essere riassorbite all’interno dell’ente.


Infine un passaggio lo merita anche il governo centrale.  E’ di questi giorni la proposta di annullamento delle procedure di stabilizzazione dei precari. 

Sarebbe il caso che la nuova Giunta facesse sentire la propria voce, chiara e forte, rivendicando autonomia rispetto alle improvvide esternazioni di Tremonti, confermando le stabilizzazioni in atto, riducendo le esternalizzazioni dei servizi e avviando un confronto aperto alle forze vive della città, a partire dalla consultazione delle parti sociali prevista per il prossimo 16 Giugno alla quale vorremmo non mancare.