Roma. Lettera aperta al Consiglio comunale

In allegato la lettera aperta

Roma -

Onorevole Sindaco, Onorevoli Consiglieri,



RdB si rivolge a ciascuno di voi in quanto rappresentanti eletti direttamente dal popolo per segnalare alcune storture che si stanno verificando in questi primi mesi di nuova gestione della città.


E’ indubbio che il funzionamento dei servizi passa attraverso un miglioramento generale delle condizioni materiali e di lavoro di tutto il personale capitolino, ma di questo – nei programmi dell’amministrazione – non v’è traccia. Anzi il comportamento di questi mesi contrasta con le affermazioni propagandistiche di voler valorizzare il personale interno.


Ci riferiamo a una serie di incarichi attribuiti a persone la cui esperienza professionale forse non è proprio ben collocata all’interno dell’organico comunale.  Intendiamo riferirci a persone quali il comandante Redditi (aeronautica), il generale Mori (ex capo del SISDE), al questore Italia e al colonnello Ragone (tanto per fare qualche nome).

 
Il loro valore e le loro indubbie competenze di natura militare mal si comprende come possano migliorare le effettive necessità organizzative del Comune di Roma, a meno di non voler trasformare l’ente in una sorta di circolo ufficiali in congedo.


Nel caso poi del generale Mori rileviamo che forse l’atto adottato potrebbe contenere un vizio di forma in quanto i due articoli del decr. Lgs. 267/200 cui si richiama (art. 90 e 110) si escludono a vicenda e – a seconda che si applichi l’uno o l’altro – determinano l’impossibilità di trattenerlo in servizio oltre il compimento dei 70 anni (che avverrà l’anno prossimo).


Altro aspetto discutibile risiede nell’attivazione di un consistente numero di contratti presso l’ufficio stampa.   In questo caso crediamo che sia stata interpretata con una certa larghezza la norma di legge, per consentire l’accesso a persone assunte per chiamata nominale e non attraverso una selezione pubblica e, comunque, senza aver esperito una ricerca preliminare tra il personale già in servizio.


Due aspetti intendiamo portare alla vostra attenzione.


Il primo è quello di natura strettamente economica (già sollevato da parte nostra nel caso dell’incarico al nuovo capo di gabinetto): ci appare contraddittorio lamentare il buco di bilancio lasciato in eredità da Veltroni e poi andare a spendere soldi (pur se in misura più modesta, ma non è detta l’ultima) per pagare la “squadra” del Sindaco e non per fornire servizi alla città (si ventila anche l’ipotesi di posizioni organizzative “ad personam”).


Il secondo risiede invece nelle promesse di cambiamento - vagheggiate dalla attuale maggioranza in campagna elettorale - rispetto alle politiche del personale. Quando era all’opposizione tuonava contro le consulenze attribuite da Veltroni e sosteneva di dover utilizzare le graduatorie interne degli idonei (per i posti in categoria D o nell’area della dirigenza), oggi tace.


Oppure sosteneva di voler chiudere la partita dei precari, ma oggi (complice il governo nazionale) rischia di lasciare per strada parecchi degli stabilizzandi del 2009 e del 2010.  O, ancora, si aspetta la manna dei provvedimenti del governo (Lega permettendo) per assumere i vincitori dei concorsi pubblici.


RdB è dell’avviso che se per il debito pregresso (vero o falso che sia) si è chiusa la partita del commissariamento con il piano di rientro presentato alla fine di settembre, allora non ci sono più scuse.


I conti sono in ordine e il Consiglio Comunale deve riappropriarsi del ruolo di indirizzo per:


·    completare il piano assunzionale di tutto il personale precario del Comune di Roma;
·    assumere i vincitori di concorso pubblico in base alla delibera di Giunta n. 88/2008;
·    valorizzare le competenze interne attraverso idonee riqualificazioni e mediante l’utilizzo delle graduatorie di concorsi interni già esistenti.


Crediamo inoltre che se si volesse dare un deciso e radicale segno di discontinuità con il passato occorrerebbe riassumere nei ruoli comunali tutti quei servizi esternalizzati (Zetema compresa) che costerebbero meno se gestiti direttamente.


Infine crediamo che un piccolo, ma significativo segno di attenzione ai magri stipendi dei comunali e alla crisi finanziaria in atto, possa derivare dal riconoscere un significativo incremento del valore del buono pasto fermo a 5,25 € da quasi 10 anni con cui è ben difficile comprare qualcosa che abbia la dignità di un pasto.

 

I Lavoratori e le Lavoratrici  ringraziano

 

 

 

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28 novembre 2008 - Comunicato stampa

COMUNE DI ROMA: RDB-CUB CONSEGNA LETTERA APERTA A SINDACO E CONSIGLIO SULLE POLITICHE DEL PERSONALE

Nel pomeriggio di ieri, 27 novembre, durante i lavori del Consiglio Comunale di Roma, la RdB-CUB P.I. ha consegnato una lettera aperta al sindaco e a tutti i Consiglieri eletti in cui vengono messe in luce le scelte contraddittorie attuate dalla nuova Giunta riguardo alle politiche del personale.
In particolare la RdB ha rivolto un vero e proprio appello all’assise cittadina, affinché questa recuperi quel ruolo di indirizzo politico che le appartiene al fine di completare il piano assunzionale approvato con la delibera di Giunta n. 88/2008, con la quale si dovevano sanare i rapporti di lavoro precario, assumere i vincitori dei concorsi pubblici e riqualificare il personale interno.
“Ci sembra che le scelte dell’attuale Sindaco, che in campagna elettorale ha messo tanto l’accento sulla necessità di cambiamento, si pongano invece nel segno della continuità con chi l’ha preceduto”, dichiara Roberto Betti rappresentante sindacale delle RdB. “E’ il caso dei molti nuovi contratti attivati presso l’ufficio stampa, oppure quello di contratti con esperti di assoluta competenza, ma in ambito militare, che all’interno di un comune risultano assolutamente incomprensibili”.
“Ora che per voce del Sindaco sappiamo che i conti sono in ordine ed il Governo si appresta ad approvare il piano di rientro dal debito presentato dal Comune di Roma, è il momento di dar corso al piano assunzionale e, come primo segno tangibile di ricetta scacciacrisi, adeguare il valore del buono pasto, fermo da quasi 10 anni a 5,25 €, al reale costo della vita”, conclude Betti.