Roma. Lettera di una non più precaria

Roma -

La lettera di Barbara, fino a pochi giorni fa precaria del Comune di Roma, ci sembra colga l'essenza di quello che rappresenta il valore aggiunto di questa organizzazione sindacale: le persone che ne fanno parte.
Rompere l'isolamento, superare le paure, soprattutto per un precario, è difficile.
Ci auguriamo che l'esempio di Barbara  rappresenti l'inizio di una stagione "coraggiosa" per tutti/e coloro che vogliano affrancarsi dalla precarietà e riprendano con vigore la strada della lotta per la conquista del posto di lavoro.
Vogliamo condividerla con tutti voi.

RdB CUB P.I. Comune di Roma




Alle strutture RdB-Pubblico Impiego


Ringrazio tutte le compagne e i compagni di RdB che mi hanno sostenuto così fortemente e hanno combattuto per il riconoscimento di un diritto che ho inseguito per anni.
La sentenza del 21 novembre scorso mi ha permesso, dopo 22 anni di precariato nel settore educativo del Comune di Roma, di esprimere la mia volontà attraverso il voto alle ultime elezioni R.S.U..
Per la prima volta ho provato la sensazione di “esserci”, di esistere come persona e come lavoratrice, di essere in grado di poter determinare anch’io la storia.
Il precariato, infatti, porta all’annullamento della persona, della propria dignità.
E’ come se fossimo tanti fantasmi che operano così nell’ombra che nessuno sa bene chi siano, quando la realtà è che facciamo parte delle innumerevoli risorse umane che  fanno vivere interi settori della nostra società, ma che a livello politico vengono considerati solo come un “qualcosa” che non si sa bene come collocare, come un grosso problema, e che, se non ci fossero forse sarebbe pure meglio.
Ecco perché questa vittoria spero ridia un po’ più di dignità alle persone e possa essere quindi l’apertura di una nuova via, questa volta possibile.
Grazie ancora per tutti gli sforzi che sono stati fatti da tutti voi e per il fatto di non essermi sentita ancora una volta invisibile e sola.

Barbara