Roma. NIDI, DA FABBRICA DI PRECARIETÀ A FABBRICA DI DISOCCUPAZIONE
Non si applichino le norme peggiorative approvate dalla Regione
Ancora un nulla di fatto al Comune di Roma nella trattativa sui nidi comunali, che prosegue da oltre due mesi in virtù delle modifiche deliberate dalla Regione Lazio con la manovra di assestamento del bilancio, approvata con la legge n. 12 del 13 agosto 2011.
Tali modifiche provocheranno un aumento dei bambini e delle bambine per ciascuna educatrice (da 6 fino a 10 in alcuni momenti della giornata) ed una riduzione prossima al 40% degli spazi pro capite.
Il dato più preoccupante prodotto da queste modifiche, che il Comune di Roma si accinge ad approvare, è costituito dal trattamento ‘usa e getta’ a danno di centinaia di lavoratrici precarie che vedranno così chiudersi ogni prospettiva di lavoro.
Il Comune di Roma, che durante la gestione Veltroni definimmo la fabbrica della precarietà, con Alemanno diventa la fabbrica della disoccupazione e rovescia principalmente sui piccoli utenti la gestione fallimentare di questi tre anni.
USB è dell’avviso che non si debbano applicare le norme peggiorative sui nidi approvate l’estate scorsa e difenderà con le unghie e con i denti il buon lavoro e la ‘buona educazione’. I tecnocrati comunali, pagati profumatamente, non possono chiedere sacrifici a chi, già da adesso, non arriva alla fine del mese.