Roma. parte il ricorso dei precari dei nidi e delle scuole
In allegato il comunicato
Il 22 marzo dalle 17,00 alle 19,30 presso la Sala Cola di Rienzo in
via della Consolazione, 4 (c/o Comando Vigili -Campidoglio):
incontro con un avvocato dello studio legale USB e una delegata esperta in problematiche relative al mondo del precariato.
L’incontro ha l’intento di fornire informazioni su un eventuale ricorso nei confronti del Comune di Roma per rivendicare la stabilizzazione di insegnanti ed educatrici che, nel corso degli anni, hanno avuto contratti di lavoro reiterabili nel tempo.
Ci muoviamo sulla falsa riga di due sentenze emanate lo scorso anno dal tribunale di Siena e di Livorno, che hanno riconosciuto la scorrettezza dell’amministrazione nell’adottare forme di contratto a tempo determinato anche dove vi era un’evidente carenza di organico.
Il Comune di Roma continua ad avere ancora oggi enormi buchi di organico sia nei nidi che nelle scuole dell’infanzia.
Nel corso degli anni il problema del precariato è stato incentivato e reso ancora di più selvaggio e la vita delle lavoratrici è divenuta sempre più difficile.
I tagli agli organici nei nidi e nelle sezioni ponte, l’avvio di contratti part-time, il continuo sforamento del rapporto educatrice/bambino, l’accorpamento delle sezioni per mancato invio di personale, il ruolo snaturato dell’insegnante di sostegno per i bambini disabili, fanno parte di quella riorganizzazione di cui ancora oggi paghiamo il prezzo facendo credere che questi tagli erano necessari per stabilizzare il personale precario.
Noi sappiamo invece che le assunzioni avvenute negli anni passati, erano un atto non più rinviabile, stiamo parlando infatti della stabilizzazione di lavoratrici con anche 20 anni di precariato alle spalle, arrivate alla immissione in ruolo esauste e scoraggiate.
La riorganizzazione del servizio (edulcorazione delle manovre di distruzione del servizio pubblico), attuata prima con Veltroni e ora con Alemanno ha potuto contare sul totale appoggio di cgil, cisl e uil e ha reso sempre più difficile la gestione dei nidi e delle scuole fino al punto di dare l’idea che solo la privatizzazione possa consentire una efficace gestione dei servizi.
L’azione sindacale di USB si inserisce in questo contesto ed è una battaglia di civiltà intrapresa non solo a difesa dei diritti delle lavoratrici precarie, ma anche del valore educativo che esprimono.
Crediamo infatti che, laddove si tenti di attaccare i servizi all’infanzia con politiche disoneste e scellerate, la conseguenza non può essere altra che un’aggressione alle conquiste sociali, alla valenza educativa ed alle condizioni di vita morali e materiali di chi questi servizi gestisce.
L’azione legale per ottenere la stabilizzazione è un importante elemento di supporto del progetto sindacale con cui USB intende riconquistare la funzione fondamentale dell’educazione e dell’istruzione a vantaggio delle classi sociali popolari.
Una iniziativa senz’altro utile ma solo se accompagnata da un percorso di organizzazione con USB teso a creare quei presupposti affinché il personale, dei nidi e delle scuole dell’infanzia, riesca con forza a difendere il proprio lavoro e la dignità del proprio ruolo e il diritto dei piccoli utenti a disporre di un servizio vero e non di un“parcheggio”.