Roma. PASSATO: ISTRUZIONI PER L'USO "quando l'esperienza passata permette di difenderci dagli imbrogli del presente"

In allegato il volantino

Roma -

Ricordate il 27 ottobre del 2006? ci fu una manifestazione  presso la sede del Dipartimento XI.


Lo spauracchio agitato per mobilitare il personale, era la privatizzazione e la paura che i nidi comunali finissero nelle  mani  dell’azienda Farmacap
Le educatrici dei nidi  e le insegnanti della scuola dell’infanzia avevano però anche altri motivi  per essere arrabbiate e protestare: il 18 ottobre del 2005 cgil,cil, uil e amministrazione Coscia- avevano firmato il contratto decentrato.


In assemblea erano accorse in tante, infuriate per recriminare contro i soggetti sopra citati i quali, senza il loro consenso e contro qualsiasi rispetto delle regole democratiche e sindacali, avevano firmato un accordo che imponeva una flessibilità selvaggia, l’obbligo di attenersi a turnazioni orarie slegate dai progetti educativi  e preparato la strada per lo smantellamento sistematico dei servizi.


La rabbia era molta e tutta indirizzata contro i sindacati confederali e l’amministrazione considerati poteri politici prepotenti, incapaci di ascolto e che puntualmente, neanche in quella occasione, ascoltarono ma strumentalizzarono l’assemblea.


Pochi giorni dopo firmarono infatti l’accordo del 7 novembre con il quale svendevano tutto il settore  educativo.

 


A fronte di 2000 stabilizzazioni peraltro  dovute (perché riguardanti un precariato preistorico e peraltro insufficienti a coprire il turn over e gli organici dei nidi di nuova apertura) imponevano a tutte le lavoratrici pesanti sacrifici:


-  riduzione dell’organico dei nidi 2 unità entro settembre 2008


-   riduzione delle sostituzioni


-   istituzione delle vergognose sostituzioni part-time


-  decisione di esternalizzare il sevizio ausiliario.

 


Con l’accordo del 7 novembre 2006,  sono stati cancellati 400 posti di lavoro e la qualità dei servizi è diminuita vertiginosamente.


Durante questi anni le RDB, grazie alle lotte delle lavoratrici, è riuscita a riaprire la vertenza ed  a mettere in discussione un accordo scellerato  la cui applicazione ha portato solo disagi:  pesanti fuori rapporti quotidiani, mancate sostituzioni del personale, continuità educativa  e didattica inesistente, difficoltà continua per i bambini, le famiglie e le lavoratrici; un aumento vertiginoso delle strutture private a scapito del potenziamento del servizio pubblico.


Non cadiamo nuovamente nel trabocchetto: le lavoratrici non vogliono più essere manipolate.

 


 La modifica dell’accordo del 7 novembre  deve essere effettuata senza alcun ricatto, chiediamo:


·    La reintegrazione immediata della 13° unità, nei fatti già decurtata;


·     la garanzia delle sostituzioni;


·    l’abolizione del part.time;


·    la data del bando del corso concorso.

 

Per i motivi esposti riteniamo inopportuna la partecipazione all’assemblea del 25, diversamente per chi sentisse l’irrefrenabile impulso di “cantargliene quattro”, si  segnala la presenza di  ortaggi  maturi dal fruttivendolo.