Roma. PRIMA I PRECARI! Il Sindaco va a stringere sull'approvazione del Piano Regolatore ma tralascia la stabilizzazione dei Precari

In allegato il volantino

Roma -

Walter Veltroni si sta preparando a lasciare la poltrona di Sindaco di Roma.


Così alla instabilità dovuta alla mancanza di governo nazionale si aggiunge anche la mancanza  del governo comunale e l’incertezza futura per centinaia di lavoratrici e lavoratori precari che, dopo anni di promesse, vedono allontanarsi la tanto sognata stabilizzazione.


Prima di lanciarsi per la corsa verso la carica di presidente del consiglio, Veltroni ha però calcolato il tempo, giusto per approvare alcune delibere  definite “urgenti” per la città.


Tra le tante cose di cui si occuperà c’è  l’approvazione del piano regolatore, la riforma delle aziende del trasporto pubblico, gli accordi con l’AMA, l’approvazione di una delibera per la stabilizzazione delle sole alte specializzazioni.


Ma come mai non c’è traccia della delibera per la stabilizzazione delle 900 lavoratrici dei nidi e delle scuole dell’infanzia?


E quella  per la stabilizzazione degli oltre 200 amministrativi  per i quali si avvicina la scadenza?


E infine che ne sarà degli ex lavoratori interinali lasciati a “bagnomaria” per i prossimi tre anni?


Probabilmente la vita di centinaia di lavoratrici e lavoratori  non è la priorità di questa giunta.


Una Giunta  caratterizzata più da un legame con i poteri forti che dalle risposte date agli urgenti problemi sociali: lavoro e  casa in primis.


Un Sindaco che dimostrò nei fatti, a Novembre  scorso, di privilegiare il rapporto con il mondo del cinema o con un’importante banchiere, al rapporto con i lavoratori.


Il modello Roma si rivela per quello che abbiamo sempre denunciato: il trampolino di lancio verso la stanza dei bottoni nazionale.

 

Ma, dopo anni di precariato i lavoratori chiedono atti concreti ed immediati  che definiscano i tempi certi  della stabilizzazione.

Arrabbiati e delusi i Precari ROMANI SARANNO IN CAMPIDOGLIO, lunedì 11 FEBBRAIO, ALLE ORE 16,00

PER CHIEDERE CHE L’ULTIMO ATTO DELLA GIUNTA SIA L’APPROVAZIONE DELLE DELIBERE PER LA STABILIZZAZIONE

 

Roma, 8 febbraio 2008


16 febbraio 2008 - Liberazione

Tra le delibere urgenti votate prima delle dimissioni di Veltroni non ci sono quelle per la stabilizzazione delle maestre dei nidi e degli amministrativi
Piano regolatore approvato. I precari si arrangino

Roma - Walter Veltroni se n'è andato il 14 febbraio. Alla sua maniera, con quello stile americano da convention che trasforma tutto in un grande evento mediatico, con tanto di lacrime, baci, abbracci, standing ovation e foto ricordo: presenti nell'aula del Consiglio comunale i pezzi da novanta del Pd romano ma anche l'uomo più fidato di Berlusconi, Gianni Letta (dopo le elezioni potrebbe diventare più chiaro il significato di questo omaggio al sindaco di Roma). Ma nei giorni scorsi le cose sono andate diversamente. Nell'assalto finale alla diligenza, con una enorme quantità di delibere da approvare prima delle dimissioni del leader del Pd, si è consumata una feroce guerra tra i poteri forti della città intorno al nuovo Piano regolatore: oggetto del contendere tre accordi di programma che prevedono altrettante varianti urbanistiche per un valore stimato di 500 milioni di euro (i progetti "Porta di Roma-Bufalotta", "Millennio" e "Le Torri dell'Eur"). Se approvate, queste varianti assicurerebbero alle aziende del gruppo Toti un enorme giro d'affari e taglierebbero fuori dalla spartizione della torta Francesco Gaetano Caltagirone, re dell'edilizia romana e potente editore. Nel nuovo Piano regolatore le aree edificabili sono infatti ridotte, se non le si possiede già l'unica alternativa è il cambio di destinazione d'uso delle cubature esistenti: da commerciale a residenziale, perché i costruttori hanno margini di guadagno molto più alti sulle case che sulle opere pubbliche. E le famigerate varianti urbanistiche prevedono il cambio di destinazione d'uso per oltre un milione di metri cubi: d'altronde non è certo un mistero il forte legame esistente tra Veltroni e i Toti. Regista degli accordi di programma che favorirebbero il gruppo Toti è stato l'assessore Minelli, che forte della delega ai progetti speciali ha potuto inserire nel Piano regolatore le varianti.
Caltagirone non l'ha presa bene, è andato su tutte le furie. Così il suo principale quotidiano, Il Messaggero , ha aperto un martellante fuoco di sbarramento contro l'approvazione delle varianti, gridando all'imbroglio e allo scandalo, denunciando una fretta sospetta nell'approvare il Piano regolatore. Questo deve aver fatto riflettere Veltroni, il quale sa bene che con Caltagirone non si scherza: nemmeno super Walter può permettersi di affrontare una campagna elettorale in salita avendo contro il più potente dei palazzinari romani, che è anche uno dei più potenti editori italiani (oltre al Messaggero possiede Il Mattino , Il Gazzettino e Il Corriere Adriatico ). Visto il clima incandescente creatosi in consiglio comunale, lo scontro aperto con l'opposizione e il tentativo di ostruzionismo ad oltranza, Veltroni alla fine ha ceduto: le varianti della discordia verranno discusse nella prossima consiliatura, se occuperà il nuovo sindaco di Roma, che potrebbe essere quel Francesco Rutelli notoriamente in ottimi rapporti con Caltagirone. Il vero vincitore nell'aula del Consiglio comunale è stato dunque proprio Caltagirone. Fuori dall'aula, invece, botte pesanti (contrariamente a quanto è stato scritto) a chi chiedeva che il Consiglio discutesse non solo le varianti milionarie ma anche i provvedimenti sull'emergenza abitativa. A manifestare in Piazza del Campidoglio lunedì scorso c'erano anche i precari del Comune di Roma, la cui situazione è appesa a un filo: 900 lavoratrici dei nidi e delle scuole d'infanzia attendono una delibera per la stabilizzazione, così come gli oltre 200 istruttori amministrativi del Comitato "10 aprile" che quest'anno maturano i 3 anni di servizio. Il problema sembra essere di carattere finanziario, bisogna trovare i fondi necessari nel bilancio. «Non credo che esista un problema di fondi - afferma Roberto Betti delle Rdb-Cub del Comune - perché vanno a casa i collaboratori del sindaco e i dirigenti a chiamata; inoltre si potrebbero usare i soldi che il Comune incassa dai costruttori per potenziare la macchina amministrativa. È solamente una questione di scelte politiche di fondo, le possibilità di stabilizzare i precari ci sono».(I.R.)


11 febbraio 2008 - Il Messaggero

Roma. Precari degli asili nidi, in allarme per il contratto, protestano in Campidoglio...

Roma - Precari degli asili nidi, in allarme per il contratto, protestano in Campidoglio: «Per noi nessuna certezza dall’amministrazione comunale». Un accordo firmato nel novembre del 2006 prevede l’assunzione di 2000 precari in forze negli asili nido e nelle scuole comunali dell’infanzia entro il 2008: «Ad oggi restano fuori dalle assunzioni 938 educatrici – spiega Caterina Fida, RdB scuola – ma nessuno ci ha rassicurato con le delibere urgenti dell’ultimo minuto, la nostra categorie viene puntualmente ignorata. Al nostro fianco anche i 200 lavoratori impiegati da anni al Comune ma con il contratto in scadenza». Proprio per questo, oggi alle 16, sarà chiamato a raccolta l’esercito delle "maestre precarie", con una manifestazione in Campidoglio per attirare l’attenzione del Consiglio comunale, riunito ad oltranza. Continua a crescere, dunque, il malumore delle educatrici "assoldate" nei nidi comunali, che già ad autunno protestarono sotto le finestre del Campidoglio: «Nel settore famiglia sono solo 4000 i lavoratori impiegati a tempo indeterminato - continua Fida - altri 2000 hanno contratti annuali nei nidi e nelle scuole per l’infanzia mentre nelle graduatorie sono presenti ulteriori 6000 nominativi, da cui tutti i giorni vengono chiamate circa 700 persone, per impieghi che durano anche solo 3 ore».(L.Loi./ass)


10 febbraio 2008 - Italia Sera

Protesta Rdb-Cub
"Veltroni ricorda il Prg ma dimentica i precari"

Roma - Prima di accingersi a lasciare la poltrona di Sindaco di Roma, Walter Veltroni si sta adoperando per approvare alcune delibere definite "urgenti" per la città come l’approvazione del piano regolatore, la riforma delle aziende del trasporto pubblico, gli accordi con l’Ama, l’approvazione di una delibera per la stabilizzazione delle sole alte specializzazioni. Fra queste urgenze non sono stati inclusi i lavoratori precari: non c’è infatti traccia di una delibera per la stabilizzazione delle 900 lavoratrici dei nidi e delle scuole dell’infanzia, per la stabilizzazione degli oltre 200 amministrativi per i quali si avvicina la scadenza, e nulla si sa del futuro degli ex lavoratori interinali, lasciati a "bagnomaria" per i prossimi tre anni.
Così, alla instabilità dovuta alla mancanza del governo nazionale e del governo comunale si aggiunge l’incertezza del futuro per centinaia di lavoratrici e lavoratori precari, che dopo anni di promesse vedono allontanarsi la tanto sognata stabilizzazione. "Il modello Roma si rivela per quello che abbiamo sempre denunciato: un trampolino di lancio verso la stanza dei bottoni nazionale", dichiara Caterina Fida delle RdB-CUB Comune di Roma. "Probabilmente la vita di centinaia di lavoratrici e lavoratori non è la priorità di questa giunta, caratterizzata più da un legame con i poteri forti che dalle risposte date agli urgenti problemi sociali, lavoro e casa in primis", conclude Caterina Fida. I precari romani con le RdB-CUB saranno in Campidoglio domani alle ore 16.00, per chiedere che l’ultimo atto della Giunta sia l’approvazione delle delibere che definiscano tempi certi per la stabilizzazione.
Per Veltroni, dunque, oltre al Prg, nuove grane da risolvere prima di rimettere il mandato e correre con il solo obiettivo di centrare l’ingresso di Palazzo Chigi da primo inquilino.


9 febbraio 2008 - Libero

Veltroni "saluta" tutti e si scorda del precariato
di FRANCESCO DI MAJO

Roma - Mentre il sindaco Walter Veltroni mette al primo punto dei suoi proclami elettorali nazionali la lotta al precariato, proprio nella sua (ancora per poco) casa sembra non rispettare le sue presunte convinzioni. È il caso di maestre e dipendenti degli asili e asili nido della Capitale, dove si sta spendendo da più di due anni un braccio di ferro infinito per la regolarizzazione del personale assunto a tempo determinato. Ma non solo. Ci sono anche i lavoratori esternalizzati dell'autoparco, i giovani dei call center e i dipendenti a tempo delle biblioteche. Ma le priorità sembrano essere altre, come ad esempio il Piano regolatore. I PRECARI DELLA SCUOLA «Nell'agosto del 2006 ci furono 150 assunzioni delle 1.260 che vinsero il corsoconcorso bandito dal Comune per prestare servizio negli asili», ha spiegato una precaria della scuola, «altre 250 persone da assumere nel gennaio del 2007, in verità furono contrattualizzate in giugno e altre 250 previste per settembre del 2007 sono ancora in fase di assunzione». Ritardi a parte e facendo i conti, le persone regolarizzate sono circa 800 delle 1.260 di partenza, considerando che più o meno 150 che non sono state assunte per mancanza dei requisiti richiesti o perché hanno trovato un altro lavoro (precario probabilmente), rimangono ancora alcune centinaia di precari in attesa. «A gennaio del 2008 Veltroni parlava a vanvera», ha notato la precaria, «visto che le assunzioni sbandierate come fatte erano messe in coda a quelle annunciate precedentemente e non ancora rese effettive. In più», ha continuato, «gira la voce che le due tranche da 450 dipendenti ciascuna per asili e asili nido, saranno invece la metà e cioè solo 450 degli asili, lasciando i nidi scoperti. A noi non resta che sperare che non sia vero». Già nelle scorse settimane libero aveva visitato un campione di asili nido della Capitale, nei quali le direttrici, quasi all'unanimità, avevano lamentato la carenza di personale e la oggettiva necessità di un aumento di organico per gestire i diversi servizi di cui ha bisogno una struttura che ospita bambini fino a 3 anni. In più gli ultimi accordi programmatici, prevedono, dopo una diminuzione già effettiva da 15 a 14 unità per ogni struttura, il ridimensionamento fino a 13 nei nidi romani. Vero è che il Campidoglio si avvale per molti dei servizi resi, delle società esternalizzate come la Multiservizi, che riscuote anche un discreto successo nelle valutazioni generali delle direttrici degli asili. Il problema, come già notato in passato è la patologica mancanza di personale pubblico e la condizione di estrema precarietà delle maestre, che spesso vedono legata la loro giornata lavorativa ad una telefonata del Comune, che le invii a fare qualche sostituzione in una scuola a caso di Roma. La disperazione e l'indigna zione hanno portato le precarie anche a protestare più volte in Campidoglio, il più delle volte per elemosinare letteralmente un incontro con i rappresentanti dell'am ministrazione. GLI ALTRI LAVORATORI ATIPICI Al primo punto della appena iniziata campagna elettorale del segretario del Pd, quindi, ci sono cose molto più urgenti della difesa delle fasce più deboli, come l'appro vazione del piano regolatore, la riforma delle aziende del trasporto pubblico, gli accordi con l'Ama, l'approvazione di una delibera per la stabilizzazione delle sole alte specializzazioni. Fra queste urgenze non sono stati inclusi i lavoratori precari. Oltre alle circa 900 precarie della scuola, non sembra esserci traccia di una delibera per la stabilizzazione degli oltre 200 amministrativi per i quali si avvicina la scadenza, e nulla si sa del futuro degli ex lavoratori interinali, lasciati alla mercé degli eventi per i prossimi tre anni. Già i sindacati di base dell' Rdb tempo fa hanno ingaggiato una lotta senza quartiere a garanzia dei diritti dei lavoratori capitolini, da qualche tempo affiancati anche da altri sindacati come Cgil Cisl Uil e anche Ugl e sindacati autonomi. Per non parlare di condizioni al margine come quella delle cinque cooperative di trasporto che per anni (dai tempi della giunta Rutelli) prestavano il servizio di autoparco comunale, laddove non fossero bastate le risorse interne dell'amministrazione. Persone che per anni hanno ricevuto assicurazioni su una possibile regolarizzazione della loro condizione di lavoratori quasi pubblici ma che invece, durante gli ultimi mesi, hanno visto sbriciolarsi inesorabilmente ogni sogno di avere una posizione contrattuale più degna di essere chiamata tale. Poi ci sono i call center del Comune e le biblioteche. Per il programma Informagiovani sembra che qualcosa si muova e l'assessore capitolino alle politiche giovanili, Jean Leonard Touadi, ha fatto sapere che nelle ultime riunioni di giunta dovrebbe essere messa mano alla situazione dei giovani impegnati a tempo e con la scadenza contrattuale dietro l'angolo. Senza soluzione invece il fronte biblioteche, dove il Comune continua ad investire nelle strutture, lasciando il personale, e quindi famiglie e chi una famiglia se la vorrebbe costruire, in attesa che il personale sia inteso come un investimento e non come un costo da tagliare.