Roma. Stati generali di Alemanno: IL SENSO DELLA LOTTA

In allegato il volantino

Roma -

Il 23 febbraio si sono conclusi gli Stati generali del Comune di Roma. Nel Palazzo dei Congressi c’erano Alemanno, Berlusconi, Tremonti, Polverini… e tutti gli imprenditori che contano, Luca di Montezemolo, poi Abete, Azzurra Caltagirone, Della Valle, John Elkann, Geronzi, Marcegaglia.


Chiusi nel palazzo, occupati a rappresentare una città inesistente, ad immaginare la Roma Eldorado del futuro.  

 

Fuori la città reale
Fuori i movimenti, uniti, ancora in piazza per far sentire la voce della città in crisi


Eravamo tanti: i movimenti per il diritto all’abitare, i nomadi del Casilino 900, i lavoratori delle aziende municipalizzate a rischio privatizzazione, quelli dei canili comunali, i precari metropolitani, i movimenti “ Acqua bene comune” tante bandiere dell’USB e con loro anche noi dei nidi e delle scuole dell’infanzia.


Siamo rimasti fuori da palazzo ad urlare forte la nostra rabbia contro chi pretende di decidere per noi, contro chi, con ostilità, tenta di ignorare tutti i problemi che soffocano la città.


All’esterno del Palazzo dei Congressi c’era la Roma che ha imparato la lezione e sa che, a chi tenta di delegittimare la protesta ignorandola o ridimensionandone l’importanza, può contrapporsi con lo strumento potente dell’unità delle lotte, parlando con una sola voce.


Non più una battaglia isolata a difesa di una o l’altra categoria perché la condizione che ci immobilizza è lo spezzettamento delle nostre vertenze.
Per questo eravamo in piazza insieme e per questo siamo riusciti a rompere il muro di isolamento.


Alemanno non ha potuto ignorarci.


Siamo riusciti ad avere un lungo confronto con il sindaco il quale ha aperto un tavolo sulla crisi della città e nei prossimi giorni vi saranno dei tavoli tematici con i vari assessori di riferimento.


Al sindaco abbiamo raccontato del disagio di cui sono investiti i servizi all’infanzia, dell’impossibilità di gestire i progetti educativi con i tagli all’organico, gli abbiamo ricordato la condizione delle migliaia di precarie, del mancato rispetto del piano assunzionale, della necessità che i servizi siano considerati non solo dal punto di vista dei costi ma anche dei benefici futuri.


Alemanno ha ribadito il costo eccessivo dei servizi ed ha ammesso un ritardo nel rispetto del piano assunzionale, anche riferendosi alle assunzioni del settore amministrativo.


A differenza delle sue recenti dichiarazioni sull’esclusiva apertura di nidi privati, questa volta ha affermato che la scelta privatistica è dovuta ai costi eccessivi dei servizi e che, se si trovassero soluzioni di contenimento, i nidi sarebbero tutti pubblici. Noi sappiamo bene che alcuni costi sono incomprimibili ma le risorse dei cittadini debbono essere gestite in base ai loro bisogni piuttosto che per i bisogni della politica.


Rispetto al precariato ha riconosciuto l’esigenza di dovere dare una risposta al problema, trovando delle possibili strade nel rispetto delle leggi nazionali che, in qualche modo, limitano la possibilità di intervento.


Quello di ieri è un percorso appena iniziato; sta a noi continuare insieme vigilando e incalzando con la nostra presenza questa amministrazione, inducendola a scelte pensate con e per le persone.

LA ROMA DEL FUTURO DIPENDE DA NOI; NON DA LORO!