Roma. SUP-POSIZIONI ORGANIZZATIVE
In allegato il volantino
Si è svolto ieri 20 settembre un incontro sindacale per fare il punto sui contraddittori relativi all’attribuzione delle nuove posizioni organizzative.
Il quadro che ne emerge è di una devastazione disarmante: circa 200 richieste di contraddittorio su meno di 450 posizioni.
Questo rappresenta sicuramente una propensione alla litigiosità dei funzionari comunali quando è in ballo il soldo o la prospettiva di carriera, ma è anche il riflesso di regole scritte con i piedi e applicate anche peggio.
Di questo scempio va attribuita la paternità alla dirigenza comunale che aveva proposto al tavolo negoziale di “scegliere” chi premiare con la P.O. e che – grazie alla complice condivisione dei sindacati concertativi – si è lasciata lo spiraglio per aggirare le regole fissate dall’accordo sindacale.
Oggi troviamo tutti a piangere lacrime di coccodrillo (evidentemente è uno sport nazionale) sulle schifezze che hanno sottoscritto.
Morale della favola:
· i contraddittori così come definiti nell’accordo sindacale, non possono correggere i difetti, anche formali, dei vari dirigenti;
· il direttore del personale si prende un po’ di tempo per capire se il segretario, anche in qualità di direttore generale, possa far fare marcia indietro ai dirigenti che hanno scorrettamente applicato le regole;
· non c’è una data precisa per definire il tutto (e intanto chi ha avuto arbitrariamente una p.o. se la tiene);
· ci troveremo di fronte a chi ha avuto il contraddittorio orale (potendo anche confrontarsi “de visu” con il dirigente “valutatore”) e a chi l’avrà solo scritto grazie alla bella pensata di correggere le regole in corso d’opera.
Ormai non restano che le cause legali con tutti i rischi che questo comporta!
Resta però evidente che per creare questo modello di finta meritocrazia si sono violate anche norme elementari del diritto inibendo l’accesso agli atti, alterando dolosamente i punteggi, forzando o attenuando la valutazione dei titoli senza motivi precisi.
Su questo come USB occorre una risposta chiara: sia da parte di chi ha la responsabilità amministrativa, sia da parte di chi ha la responsabilità politica dell’operazione.
USB ha sempre avuto una visione critica dell’istituto delle posizioni organizzative poiché foriero di divisioni tra lavoratori/lavoratrici e per questo rivendica con orgoglio di aver sostenuto in tempi non sospetti, la necessità di utilizzare le risorse a ciò destinate, a tutto il personale capitolino: in primis proprio a partire da quello collocato in categoria D mediante una sorta di mini posizione organizzativa (e magari con una progressività legata all’anzianità di servizio come accade per la polizia municipale).
Siamo convinti che questo piccolo, ma sensibile capovolgimento culturale sarebbe in grado di assicurare un miglioramento organizzativo ben più consistente del modello “piccolo gerarca”
Più forza alla USB, più soldi ai lavoratori