Servizi educativi Terni, il Comune solo contro tutti finisce ko anche al Tar
È davvero difficile comprendere dove riesca l'Assessora alla Scuola del Comune di Terni a trovare la forza e la pervicacia di continuare a negare, anche di fronte all'evidenza, di avere fatto scelte sbagliate, in linea con quelle fatte dalla Giunta prima del suo arrivo, sui Servizi Educativi Comunali ed in particolare sulle Scuole dell'Infanzia, negando alle famiglie la possibilità quantomeno di far completare ai propri figli il percorso scolastico scelto, sostenendo paradossalmente che la continuità didattica è determinata principalmente da un edificio, dai mobili che vi sono collocati, dalla presenza a breve distanza delle scuole dei cicli successivi e, SOLO in ultima istanza, dalla permanenza per tutto il ciclo degli stessi insegnanti.
Si è sostenuto che la chiusura della scuola di Campitello sarebbe stata "indolore" perché le scuole statali del territorio erano già, avendo posti disponibili, in grado di assorbire l'utenza di quella scuola, poi si "scopre" che le scuole statali della zona hanno chiesto ed ottenuto l'istituzione di sezioni aggiuntive, segno che posti disponibili per i bambini della scuola di Campitello non ce n’erano affatto: però «questa ormai è una questione chiusa e non serve a nessuno riproporla».
Peccato che, invece, le famiglie della città non l'abbiano voluta considerare una questione chiusa. Quando sui moduli di iscrizione alle Scuole dell'Infanzia comunali a gennaio 2017 sono "scomparse" ben altre due scuole, dopo che i lavori dei tavoli partecipativi del 2016 sui SEC sono risultati praticamente inutili, sono rimaste inascoltate tutte le proposte da essi emerse e nessuno degli impegni presi dal Sindaco è stato onorato e le famiglie delle scuole cancellate con un colpo di spugna non sono state informate nei tempi e nella maniera adeguata, anzi tutte le decisioni sono state prese tenendo i diretti interessati all'oscuro, il minimo che l'Amministrazione avrebbe dovuto aspettarsi è che i genitori, penalizzati da scelte oggettivamente discutibili e dalla mancanza di trasparenza, facessero ricorso ad un'autorità super partes, alla ricerca di quelle tutele che sono state loro negate proprio da chi avrebbe dovuto garantirle.
Un Ente pubblico, il Comune di Terni, che non ha nemmeno ottemperato agli obblighi minimi di legge che prevedono che si dia risposta (comunque, anche se negativa) ad un'istanza dei cittadini entro 30 gg., quando i genitori della Scuola "Borgo Trebisonda" hanno presentato, come forma di autotutela, una comunicazione di conferma di iscrizione per i propri figli che avrebbero dovuto frequentare l'ultimo anno nella scuola, visto che nessuno, tra quanti ne avevano il dovere, aveva dato loro alcun tipo di informazione e comunicazione o fornito assistenza o accompagnamento per l'eventuale passaggio alla scuola statale.
Altro non è rimasto da fare a quei genitori, dunque, se non fare ricorso al TAR, che non avrebbe potuto che «dare loro torto perché i fatti parlano chiaro».
Anche il TAR però, secondo l'insindacabile giudizio dell'Assessora alla Scuola, come tutti quelli che avevano in vario modo contestato le scelte di chiusura delle scuole e di taglio dei servizi, è caduto in errore, nel momento in cui ha dato ragione a quei genitori.
Il TAR, sostenendo che l'Amministrazione comunale non ha agito nel rispetto della trasparenza, della chiarezza e della collaborazione dovuta ai cittadini, HA SBAGLIATO e solo l'Amministrazione è nel giusto, perché ritiene di esserlo:
nel tagliare servizi ai cittadini,
- nel fare promozione "a rovescio" dei nidi d'infanzia comunali,
nel mantenere un sistema delle tariffe, in particolare quelle dei nidi d'infanzia, che non tiene conto delle difficoltà economiche che da lungo tempo caratterizzano la città,
nel favorire il travaso di utenza verso il privato,
nel chiudere le scuole dell'infanzia in nome di un risparmio oggettivamente inesistente,
nel millantare un incremento fantasma dei servizi 0-3,
nel determinare, dopo una riorganizzazione improntata solo su tagli e soppressioni e attuata a colpi di "perdenti posto" e di "ordini di servizio", un clima sempre più teso tra il personale, che sta, nonostante tutto e con grandi sforzi, dimostrando una grande professionalità e un profondo senso di appartenenza, mantenendo alto almeno il livello qualitativo (per quello quantitativo l'Amministrazione ha fatto del suo meglio per abbassarlo!) dei servizi.
Federazione Provinciale di Terni