Sesto Fiorentino. Amministrazione e CGIL in totale sintonia per eliminare i precari!

In allegato il volantino

Sesto Fiorentino -

Contrariamente a quanto dichiarato all’inizio del suo mandato 2009-2014 “l’impegno, salvo diversa e sbagliata decisione del Governo, alla stabilizzazione dei lavoratori precari” il sindaco Gianni Gianassi e il Dirigente al Personale di concerto con il sindacato CGIL di Sesto Fiorentino, non procederanno alla stabilizzazione dei 15 precari storici, che dal lontano 2002 hanno lavorato e continuano a lavorare, come collaboratori prima e con un contratto a tempo determinato negli ultimi 3 anni.



Negligenza o beffa? Certo è che la colpa non è da ricercare nei decreti Brunetta, infatti il problema è sorto quando dopo anni di co.co.co non è stato avviato il processo di stabilizzazione entro il termine del 28/09/2007 (come prevedeva la Finanziaria 2008) ma inavvertitamente un mese dopo, facendo così sfumare l’occasione del diritto al lavoro per 15 giovani.



Difficile credere che l’ Amministrazione e il sindacato potessero essere così a digiuno in materia di  normativa o di legge finanziaria (bastava informarsi nei Comuni limitrofi!), pare più invece una lucida volontà di non riconoscere l’impegno e le professionalità dimostrate e acquisite in così tanti anni di lavoro  nell’ente.



Rattrista leggere un programma politico che parla di impegni verso lavoratori, che invece per l’ennesima volta si sentono beffati scoprendo che di fatto non è mai stato redatto un atto giuridicamente valido alla loro stabilizzazione.



Certo è che perdere la professionalità maturata in anni di lavoro nell’amministrazione e di rapporti con il cittadino, bandire un nuovo concorso, reinserire 15 nuovi dipendenti ha evidenti costi amministrativi e ripercussioni anche sulla qualità del servizio per i cittadini.



La libertà tanto proclamata da questo Comune si realizza anche attraverso la giustizia sociale, ricordando che “L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro e non sulla precarietà”.



Ci domandiamo pertanto che futuro abbia un paese nel quale il valore del lavoro sia pari a zero, dove certi sindacati svolgono ruoli non consoni alla loro funzione, e dove  la correttezza  e il rispetto degli impegni presi non valgono niente.


 
Firenze 26 Aprile 2010